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Santiago del Cile: l'IIC riparte tra corsi di lingua e Pasolini

Santiago del Cile: l'IIC riparte tra corsi di lingua e Pasolini

Tra Pasolini e visite ai musei, a cavallo tra l’online e la presenza. La direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Santiago Del Cile, Cristina di Giorgio, racconta a 9colonne i progetti passati e futuri di un IIC che ha da poco riaperto le sue porte, dopo tre anni di chiusura.

Cristina di Giorgio, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Santiago Del Cile. Da pochi mesi lavora in questa città. Cosa ha già messo nella sua agenda?
“Sono arrivata ad ottobre, dopo un periodo lunghissimo di chiusura. L’Istituto ha chiuso la sede prima degli altri, perché in Cile c’è stato l’Estallido social (un periodo di proteste) e la sede si trova proprio in una delle zone calde. Dopo tre anni, sono arrivata proprio quando si è iniziato a mettere in cantiere le attività in presenza. Abbiamo cominciato con gli eventi relativi alle celebrazioni di Dante Alighieri, lo scorso anno, mentre quest’anno, con l’anno pasoliniano, stiamo mettendo in cantiere moltissimi appuntamenti dedicati allo scrittore italiano. Parliamo di lui con un convegno, con una mostra fotografica, con due rassegne cinematografiche e con documentari e, inoltre, c’è già stata un’opera teatrale: Pasolini sarà il protagonista dell’ultima parte dell’anno”.

La chiusura è stata contrastata con l’utilizzo del digitale e dell’online?
“La chiusura è stata certamente sostituita dall’utilizzo dell’online. Avendo cominciato prima, la pandemia non ha interrotto le attività online che erano già in corso. È stata un’ottima occasione: il Cile è il paese più lungo del mondo e grazie all’online si è raggiunto un pubblico che non era stato intercettato in precedenza. I corsi di lingua sono triplicati, abbiamo poi dei corsi di cultura e delle visite virtuali ai musei italiani che raggiungono numeri altissimi di persone che si collegano con noi e che non torneranno in presenza. Alcune cose rimarranno online, proprio per mantenere il pubblico che, grazie a questa necessità determinata dall’Estallido social prima e dalla pandemia dopo, abbiamo raggiunto”.

Il Cile in questo momento, come lei già citava, è una platea particolare. Cosa potrebbe aiutarla a gestire meglio il rapporto con questa nazione?
“L’Istituto Italiano di Cultura non lavora da solo. C’è un sistema Italia in Cile che funziona. Quando sono arrivata l’Istituto era gestito, in modo ottimo, dall’ambasciatore, che è tutt’ora in Cile; presso l’istituto lavora poi un esperto scientifico e abbiamo anche l’ICE (l’Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane). Lavoriamo tutti insieme, c’è un dialogo continuo, e riusciamo a raggiungere il pubblico in modo capillare e geografico. C’è una grande collaborazione tra tutti i soggetti del sistema Italia presenti nel Paese e riusciamo a fare un ottimo lavoro di squadra. Vorrei poi ricordare che il sistema Italia in Cile ha una pagina internet, che si chiama https://vai.cl/, che raccoglie le iniziative e le notizie per chi è interessato al rapporto Italia-Cile. Non sono sola, non lavoriamo soli, e sono contenta di far parte di questa squadra”.

Programmi impegnativi?
Il futuro immediato ci mette di fronte ad una grande anniversario, i cinquant’anni dal Golpe. Il 2023 è una data importante, e l’Italia è stata protagonista del rapporto con il Cile nel 1973 e ricordo che, nel 1974, c’è stata una edizione della biennale di Venezia interamente dedicata al paese. L’Italia ha sempre guardato al Cile con interesse e vicinanza, specialmente in quegli anni, e noi abbiamo questa sfida davanti del futuro che, necessariamente, dobbiamo affrontare insieme. I rapporti tra i due paesi sono forti e devono continuare su quest’onda anche in occasione dell’anniversario che l’anno prossimo ci vede in prima linea”. (Sab - 14 set)

(© 9Colonne - citare la fonte)