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direttore Paolo Pagliaro

MEDVEDEV RINCARA DOSE:
PRONTI A USARE NUCLEARE

Il giorno dopo la grande minaccia di Vladimir Putin, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa Dmitry Medvedev rincara la dose sul possibile uso di strumenti nucleari. Attraverso un post su Telegram, l'ex presidente russo illustra i risultati delle decisioni del Comandante in capo Supremo, confermando che "si terranno i referendum" e che "le repubbliche del Donbass e altri territori saranno accettati in Russia" aggiungendo che "la protezione di tutti i territori che hanno aderito sarà notevolmente rafforzata dalle forze armate russe". In che modo? "Qualsiasi arma - sottolinea Medvedev - comprese le armi nucleari strategiche e le armi basate su nuovi principi, potrebbero essere utilizzate per tale protezione. Pertanto, vari idioti in pensione con le strisce da generali non hanno bisogno di spaventarci parlando di un attacco della NATO in Crimea. Hypersound è garantito per essere in grado di raggiungere obiettivi in Europa e negli Stati Uniti molto più velocemente". "Tutti i cittadini dei paesi della NATO - conclude il durissimo messaggio di Medvedev - devono capire che la Russia ha scelto la propria strada. Non c'è modo di tornare indietro".

Intanto il primo ministro ungherese, decisamente il leader europeo più vicino alla Russia, torna a chiedere la revoca delle sanzioni al governo di Mosca entro la fine dell'anno, sanzioni che avrebbero "trasformato un conflitto locale in una guerra economica globale, Le sanzioni hanno causato gravi problemi economici all'Europa, tra cui crisi energetica e inflazione. Se venissero revocate, l'inflazione scenderebbe di colpo". Proprio il presidente ungherese potrebbe rappresentare l'ago della bilancia in vista del prossimo pacchetto di interventi che l'Unione Europea sta preparando, e che potrebbe comprendere anche il price cap al gas.

(sis)

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