di Paolo Pagliaro
Morris Pearl è stato amministratore delegato di BlackRock, una delle più grandi società di investimento nel mondo. Vive a New York con la moglie Barbara, gli piace passare il tempo in compagnia dei figli o pedalando al Central Park. Ma è anche presidente di un’associazione di miliardari che chiedono di essere tassati di più per ridurre le disuguaglianze sociali.
Si chiamano Patriotic Millionaires, si battono per il salario minimo e per un sistema fiscale progressivo: vogliono che le rendite finanziarie siano tassate più del lavoro, visto che quasi tutti gli ultra ricchi diventano tali grazie alle plusvalenze e non certo grazie ai loro pur sontuosi stipendi.
L’associazione ha un sito internet, è molto attiva sulla stampa liberal e in questi giorni è in prima fila tra i contestatori del Forum di Davos, che si è aperto oggi. Sostiene che nella località svizzera va in scena uno spettacolino in cui i potenti del mondo celebrano se stessi mentre, grazie a loro, le disuguaglianze vanno crescendo. A dir la verità, quest’anno dei potenti del mondo a Davos non c’è quasi traccia, perché lo spettro di una recessione globale sconsiglia passerelle mondane.
I vuoti - osserva sul Corriere Federico Fubini - sono stati riempiti dalle satrapie medio-orientali in cerca di legittimazione. La delegazione degli Emirati Arabi Uniti, ad esempio, viene trattata come una super potenza, è stata invitata a una trentina di dibattiti e i suoi giornalisti ne moderano un’altra decina. Poco importa che il paese sia stato appena declassato al 138esimo posto al mondo per libertà di stampa.
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