Oggi il Parlamento europeo compie gli anni. Era infatti il 19 marzo 1958 quando, a Strasburgo, tenne la sua sessione costitutiva l'Assemblea parlamentare europea, nata dalla fusione tra le assemblee di Ceca e Cee. Il 30 marzo 1962 avrebbe preso il nome di Parlamento europeo. Era composta inizialmente di 142 membri che venivano designati dai rispettivi parlamenti nazionali e che quindi avevano tutti un doppio mandato. Il primo ampliamento della Cee a Danimarca, Irlanda e Regno Unito portò il numero degli europarlamentari, l'1 gennaio 1973, a salire a 198. Fin dal 1974 si maturò la decisione di dover tenere delle elezioni a suffragio universale diretto e, il 20 settembre 1976, a Bruxelles, venne firmato il documento che le sanciva. Le prime elezioni si tennero il 7 e 10 giugno 1979. Quando si svolsero le seconde, nel 1984, il numero degli europarlamentari era arrivato a 434, poi cresciuti a 518 (1989), 567 (1994), 626 (1995), 732 (2004), 782 (2007). Nell'attuale settima legislatura, iniziata dal 2009, il numero degli europarlamentari è stato ridotto a 736, in rappresentanza di 500 milioni di persone, di cui 72 italiani. Ad ogni Stato membro è assegnato un numero fisso di seggi, con un massimo di 99 e un minimo di cinque. Diversi i trattati che, nel tempo, hanno aumentato i poteri del Parlamento europeo: da quelli in materia di bilancio (Trattato di Lussemburgo, 22 aprile 1970 e Trattato di Bruxelles, 22 luglio 1975) a quello che introdusse la procedura di cooperazione (Atto unico europeo del 1987), al Trattato di Maastricht del 1992 che ha segnato l'inizio dell'evoluzione del Parlamento europeo verso un ruolo di co-legislatore (definitivamente sancito dal Trattato di Amsterdam del 1997), anche con il potere di approvare la composizione finale della Commissione.
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