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Lavoro, ex operai Whirlpool alla camera con Soumahoro: sostegno oltre Naspi

Roma, 26 mag – “Ho presentato un’interrogazione per chiedere al governo di mettere in campo tutti gli sforzi necessari al fine di garantire un sostegno al reddito ai 310 ex operai della Whirlpool che alla data del 6 novembre prossimo vedranno scadere la Naspi”. Così Aboubakar Soumahoro, deputato e membro commissione Lavoro, che a Montecitorio ha portato la voce dei lavoratori ex Whirlpool della sede napoletana, rilevata dopo quattro lunghi anni di lotte dalla TeaTek, che con un piano da 28 milioni ha previsto il riassorbimento di tutti i lavoratori licenziati. Una storia a lieto fine, ma gli operai in questione fino al riavvio della produzione hanno bisogno di un sostegno al reddito, a partire dal prossimo 6 novembre quando scadrà la Naspi. “Questi operai – spiega il deputato - hanno sempre chiesto lavoro, ma passeranno diversi mesi in attesa dei lavori che la nuova proprietà dovrà fare sugli impianti. Bisogna mettere in campo un sostegno al reddito, per cui ho chiesto al governo di accompagnare le lavoratrici e i lavoratori in questo percorso: salvare un posto di lavoro a Napoli è sottrarre una persona dall’illegalità, ma è anche lanciare un messaggio sul fatto che l’articolo uno della nostra carta costituzionale deve esistere nella sostanza”. “Abbiamo bisogno di dare lo sprint finale a questa lotta per chiedere il lavoro - sottolinea Sonia D’Aniello, ex operaia Whirlpool - Lo sprint finale lo chiediamo al governo per supportare le richieste di questa nuova azienda che si è presentata per salvaguardare tutti questi posti di lavoro. Abbiamo bisogno di un sostegno oltre la Naspi, di scrivere quest’ultima pagina della vertenza, di portare la vittoria ai nostri figli, di dare loro ancora la speranza per il lavoro in Italia”. (SEGUE)
Roma, 26 mag – “Sono quasi 1.500 giorni di lotta per dimostrare di essere lavoratori che pongono al centro la dignità per loro, per i loro figli e per il territorio – le fa eco il suo collega Vincenzo Accurso - che hanno inventato qualsiasi cosa dai blocchi stradali ad azioni di volontariato, in cui ad esempio abbiamo aiutato i clochard che per noi rappresentano l’anello che si è spezzato, e che poteva essere anche il nostro futuro. Abbiamo donato il sangue anche durante la pandemia, dimostrando che anche nella paura è necessario aiutare. Tutte le nostre azioni sono state messe in campo per dimostrare l’importanza dell’unità e di essere persone che valgono. Oggi – conclude - la nostra vertenza può dare un alto respiro all’intero paese, rappresentando dal basso un’Italia che crede in sé stessa e che vuole restare sul territorio. Riportiamo al centro la carta costituzionale con dignità per noi e per il paese”. Voglio ringraziare il governo per quello che sta facendo, per averci dato la possibilità di tornare al lavoro e dare una prospettiva di dignità ai nostro figli – afferma infine Ciro Esposito - non costringendoli a emigrare al nord o all’estero. Non sappiamo quando riaprirà la nostra nuova azienda, che sentiamo sempre ‘nostra’, per cui ci serve questo ‘ponte’ per riuscire ad andare avanti”. (Roc) ////

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