È il 4 novembre 1993. Siamo a Parigi e per la prima volta il Dalai Lama entra in una sala cinematografica: c’è la prima mondiale del film “Piccolo Buddha” di Bernardo Bertolucci. È incentrato sulla storia un bimbo di Seattle che vive con i genitori. Un giorno, la famiglia riceve la visita di alcuni monaci buddisti. Questi credono che il bimbo sia la reincarnazione di uno dei loro più grandi lama e lo vorrebbero portare nella loro terra a studiare il buddismo. Dopo alcuni tentennamenti, il padre deciderà di accompagnare suo figlio Jesse in una straordinaria avventura. Religiosità, spiritualità, leggenda e tradizioni secolari: c’è tutto questo in quello che è considerato il film capolavoro di Bertolucci. “Sono consapevole che digerire la lezione tibetana è difficile, ma so anche che questi valori fanno scattare una serie di associazioni di idee utili a vivere meglio; a combattere, per esempio, la morale consumistica dell’usa e getta. Non è un caso che nella reincarnazione non si getta niente” confiderà il regista in una intervista a Il Piccolo. Sono passati trent’anni dall’uscita del film che ha lasciato un segno nella storia del cinema e ancora oggi la pellicola che vede un giovane Keanu Reeves interpretare il principe Siddhartha - (in un’intervista l’attore lo ha definito “un grande dono” per la sua vita) - continua a conservare il suo fascino e a destare interesse. Lo confermano gli eventi in programma in questi giorni a Parma, città natale del regista.
In occasione del trentesimo anniversario del film “Piccolo Buddha” e a cinque anni della scomparsa del regista, avvenuta a Roma il 26 novembre 2018, la Fondazione Bernardo Bertolucci, nata nel 2021 per volere di Clare Peploe, sceneggiatrice, regista e moglie di Bertolucci per quarant’anni, ha organizzato infatti varie iniziative: dal 23 al 30 novembre, dalle 19 alle 23, sulla facciata del Palazzo della Pilotta, adiacente a Piazza della Pace - grazie alla concessione del Ministero della Cultura - sarà proiettato un video con le fotografie del backstage di “Piccolo Buddha” realizzate dal fotografo Basil Pao, collaboratore di Bertolucci anche per “L'Ultimo Imperatore”. Non solo. L'omaggio della città di Parma al “Piccolo Buddha” prosegue il 25 novembre alle 21, presso il Teatro al Parco, dove si terrà un incontro con il Premio Oscar Jeremy Thomas, storico amico e produttore di Bertolucci che introdurrà, intervistato dal critico cinematografico Marcello Garofalo, la proiezione del film restaurato. Un'occasione unica per ripercorrere il sodalizio di Thomas con Bertolucci, iniziato con “L’Ultimo Imperatore”, premiato con 9 Oscar, e continuato con capolavori come “Il tè nel deserto”, “Io ballo da sola”, “The Dreamers”. Spazio anche alla fotografia: nel foyer del teatro saranno esposti, fino a fine novembre, gli scatti di scena di “Piccolo Buddha” realizzati da Alessia Bulgari e Angelo Novi. Per la prima volta, poi, sarà possibile ammirare anche le “tavole illustrate” sulla vita del Buddha realizzate da Marcello Garofalo, che si vedono all’interno del film e che servirono per realizzare e illustrare il libro sulla vita del Principe Siddharta che il piccolo protagonista del film Jesse (Alex Wiesendanger) riceve in dono da Lama Norbu (Ying Ruocheng): “La mostra è composta da materiali molto rari ritenuti dispersi; gli stessi sono stati per fortuna ritrovati in quanto custoditi in copie originali dal sottoscritto, avendo avuto da Bernardo Bertolucci nel 1992 l’opportunità di lavorare al film in una duplice veste” spiega Garofalo. La Fondazione Bernardo Bertolucci ha recentemente trasferito a Parma la sua sede per riportare nella città natale la memoria del Maestro e celebrarla attraverso mostre, restauri, borse di studio, pubblicazioni, rassegne e festival. “Gli eventi – si legge in una nota della Fondazione - hanno il contributo del Comune di Parma e sono in collaborazione con il Parma Film Festival e Solares Fondazione delle Arti. Si ringrazia per il sostegno Smeg”. (Gil)
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