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direttore Paolo Pagliaro

SPECIALE "RAPPORTO MIGRANTES 2012 ITALIANI NEL MONDO"

 RAPPORTO MIGRANTES 2012: ITALIANI NEL MONDO SONO 4,2 MILIONI

(NoveColonne ATG) Roma - Al 1 gennaio 2012 sono 4.208.977 i cittadini italiani iscritti all’Aire, di cui 2.017.163 donne (47,9%). L’aumento rispetto allo scorso anno è di 93.742 unità. Questi alcuni dei dati contenuti nel Rapporto Migrantes “Italiani nel Mondo” presentato, con oggi a Roma presso l’Auditorium di via Rieti. Rispetto agli oltre 60 milioni di italiani residenti in Italia i connazionali residenti all’estero incidono per circa il 7%. Ben il 54% del totale degli iscritti ha dato motivato il proprio inserimento nell’Aire con l’espatrio, ma continua l’ascesa dei “nati all’estero”, arrivati al 38,3% (più di 1 milione e 600 mila). A rilevante distanza invece, si collocano gli iscritti per aver acquisito la cittadinanza italiana (3,2%, 133.577). Il 37,1% (1,6 milioni) è all’estero da più di 15 anni e il 14,9% (quasi 630 mila) lo è da 10-15 anni. Continuano ad aumentare (1 milione 131 mila) coloro che sono iscritti all’Aire da 5-10 anni: sono il 26,9% del totale. L’11,5% (quasi 500 mila italiani) è, invece, iscritto solo da 3 anni (tra di essi, quindi, anche i nuovi espatriati). Quasi 800 mila hanno più di 65 anni (19,0%), quasi 665 mila sono, invece, minorenni (15,8%). Il 21,2% ha un’età compresa tra i 19 e i 34 anni (890 mila), ma il 25,0% (poco più di 1 milione) ha tra i 35 e i 49 anni. Il 19,1%, infine, ha un’età compresa tra i 50 e i 64 anni (poco più di 800 mila). La stragrande maggioranza è celibe/nubile (53,7%) mentre i coniugati sono il 38,2%. Per quanto riguarda la ripartizione continentale dei nostri concittadini all’estero è così strutturata: Europa (2.306.769, 54,8%), America (1.672.414, 39,7%), Oceania (134.008, 3,2%), Africa (54.533, 1,3%) e Asia (41.253, 1,0%). In Europa è l’UE a 15 a fare la parte del leone con 1.695.955 (40,3%) residenti italiani, soprattutto in ragione del fatto che include i paesi di vecchia e tradizionale emigrazione italiana. Proprio in quest’area si trovano infatti le collettività più numerose, a partire dagli italiani in Germania (639.283, 15,2%). Seguono le collettività francese (366.170, 8,7%), belga (252.257, 6,0%), britannica (201.705, 4,8%) e spagnola (118.690, 2,8%). Tra i paesi extra Ue in cima alle presenze di italiani c’è  laSvizzera (546.614, 13,0%). Attraversando l’Oceano, la comunità negli Stati Uniti è composta da 216.767 italiani in possesso di cittadinanza (5,2%); in Canada sono, invece, 135.070 persone (3,2%). Più articolata la situazione in America Latina, dove l’Argentina torna, nel 2012 ad essere il primo paese ospitante ai danni della Germania , con 664.387 italiani (15,8%). Seguono il Brasile (298.370, 7,1%) e il Venezuela (113.271, 2,7%). L’Oceania con 134.008 (3,2%) è il terzo continente a livello numerico e quasi tutti i nostri concittadini si trovano in Australia (130.570, 3,1%). Relativamente alle regioni, province e comuni di partenza, il 53,3% degli attuali cittadini italiani all’estero è registrato nel Meridione, con oltre 1 milione e 400 mila dal Sud e quasi 800 mila dalle Isole. Per quanto riguarda il Nord Italia il dato  è di 1.327.000 cittadini (31,5%, poco più di 657 mila dal Nord Ovest e quasi 670 mila dal Nord Est)  e infine è partito dalle regioni del Centro Italia il 15,%: 640 mila unità. Nella graduatoria regionale al primo posto si conferma la Sicilia (674.572) seguita, nell’ordine, da Campania (431.830), Lazio (375.310), Calabria (360.312), Lombardia (332.403, aumento annuale di 41 mila ), Puglia (319.111) e Veneto (306.050).

EMIGRAZIONE, ZUPPETTI: CONOSCERLA E’ FONDAMENTALE PER OGNI FORMAZIONE

(NoveColonne ATG) Roma -“La conoscenza dell’emigrazione italiana è fondamentale perché si tratta di eventi che hanno varie sfaccettature e che sono indispensabili per qualsiasi tipo di formazione”. Lo ha detto l’ambasciatore Carla Zuppetti, Direttore generale per gli Italiani all’estero e le Politiche migratorie del Mae, durante il suo intervento alla presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2012, rivolgendosi in particolare alle scolaresche intervenute all’Aditorium di via Rieti. Nell’occasione Zuppetti ha portato “i saluti del ministro Terzi e il suo particolare ringraziamento per quest’opera meritoria”.

MONS. PEREGO: GLI ITALIANI ALL’ESTERO NON CHIEDONO SOLO SOLDI

(NoveColonne ATG) Roma -Nell’introduzione al Rapporto Italiani nel Mondo, presentato oggi a Roma, il direttore generale della Fondazione Migrantes Giancarlo Perego ha richiamato le “pressanti questioni di giustizia distributiva” per gli italiani all’estero, citando “la pesante decurtazione nel bilancio del ministero degli Affari esteri e, di conseguenza, il ridimensionamento della rete diplomatico-consolare, l’abbassamento dei già ridotti livelli di tutela assistenziale, la mancanza di fondi per la promozione della lingua e della cultura italiana o per la promozione del sistema produttivo, come anche la ridotta operatività dei rappresentanti dei connazionali. L’attenzione a un mondo si vede anche dalle risorse messe a disposizione, anche se non è solo una questione finanziaria. Nel caso degli emigrati italiani, ancor di più, la questione è di sostenere la creatività progettuale e la capacità di riorganizzare l’esistente secondo nuove modalità e nuove strategie di intervento. Ad esempio, il miglior funzionamento degli Istituti italiani di cultura non dipende solo dall’ampliamento della voce di budget, ma anche da una diversa managerialità in grado anche di autofinanziarsi, come si rileva dalla riflessione sull’esperienza fatta da altri Paesi europei”. “Spiace – prosegue Perego - che il legislatore italiano stenti a entrare nel merito di queste opportunità, oltre tutto riguardanti un prodotto facilmente spendibile nel mondo, come la lingua e la cultura italiana, e tra l’altro potenziato dal fatto che l’Italia è diventata uno sbocco molto importante per i flussi migratori internazionali”. Ma Perego ha ricordato inoltre “come non sia vero che gli emigrati dall’Italia vogliano avere solo dei soldi: le idee sono ancora più importanti e questo vale anche in senso inverso, quando si pensa a quello che gli italiani nel mondo possono dare alla loro Patria”. “Chi vive in Italia deve inquadrare l’emigrazione come una parte viva del suo presente e chi vive all’estero deve mostrare un maggiore attaccamento alle vicende italiane: entrambi devono offrire il loro apporto progettuale. Contrariamente a quanto si crede, la politica per gli italiani all’estero è innanzitutto una questione di idee e può costituire un ‘motore’ di sviluppo, allargando –conclude Perego - contatti, percorsi, progetti anche di cooperazione e risorse per la crescita, che valorizza anche gli italiani fuori dall’Italia, aiutando anche così a leggere il Paese reale”.

UGL E SEI UGL: RAPPORTO MIGRANTES FACCIA RIFLETTERE IL GOVERNO

(NoveColonne ATG) Roma - “Il rapporto Italiani nel mondo 2012 della fondazione Migrantes conferma che il numero dei nostri connazionali all’estero è pari a quello di una regione italiana di grandi dimensioni, e fornisce numerosi spunti di riflessione. Alcuni giorni fa, un decreto dell’esecutivo ha rinviato l’indizione delle elezioni per Comites e Cgie, privando di fatto i nostri concittadini del diritto di eleggere i propri rappresentanti nei termini previsti, e contribuendo ad accentuare il loro isolamento dalla madrepatria”. Lo dichiara il segretario confederale dell’Ugl e consigliere del Cgie, Nazzareno Mollicone, aggiungendo che “i problemi di bilancio non possono giustificare una tale sospensione delle regole di rappresentanza, le scadenze elettorali devono essere rispettate. A ciò si aggiunge un ulteriore punto di criticità sottolineato dal Rapporto Migrantes, riguardante i forti tagli dei contributi per la stampa italiana all’estero, che è  e resta uno strumento fondamentale per chi vive fuori dai confini nazionali”. “Per valorizzare e rinforzare il legame con i nostri connazionali all’estero, che non solo contribuiscono a rappresentare gli aspetti positivi dell’Italia nel mondo, ma rappresentano un tassello fondamentale della cultura del nostro Paese – prosegue il sindacalista -, è dunque indispensabile stanziare risorse sufficienti per il mantenimento del collegamento con la madrepatria e per assicurare un corretto meccanismo di rappresentanza”. Per il presidente del Sei Ugl, Luciano Lagamba, “il rapporto presentato oggi, al quale abbiamo collaborato attivamente effettuando un sondaggio tra gli italiani residenti in Colombia, va letto con estrema attenzione, perché contiene numerosi spunti interessanti riguardanti buone pratiche che possono essere replicate sul territorio nazionale. La comprensione e la conoscenza della situazione socio-economica degli italiani nel mondo è, infatti, uno spunto importante per orientare l’inserimento dei cittadini immigrati in Italia”. “Dal quadro sui nostri concittadini all’estero – conclude Lagamba – emerge chiaramente lo stato di profonda incertezza che caratterizza questo periodo di crisi. In un tale contesto di difficoltà, auspichiamo che il Governo dia agli italiani nel mondo un segnale concreto di presenza, in primo luogo rivedendo i tagli che hanno colpito gli organismi di rappresentanza”.

EMIGRAZIONE, NARDUCCI (PD): PIU’ STATO PER DETENUTI ITALIANI NEL MOND

(NoveColonne ATG) Roma - “Il capitolo che ho scritto insieme a Mauro Montanari, che ne è stato per buona parte l’autore, riguarda un aspetto doloroso degli italiani all’estero, che riguarda le carceri: storie di giovani che vanno all’estero e magari si trovano invischiati in vicende giudiziarie che non sempre ricevono l’assistenza che dovrebbero ricevere dal nostro Stato”. Lo ha detto il deputato del Pd Franco Narducci, coautore di un capitolo del Rapporto Italiani nel Mondo 2012, realizzato dalla Fondazione Migrantes, dal titolo “I detenuti italiani nel mondo: carente informazione e grande solitudine”, parlando a margine della presentazione del Rapporto avvenuta oggi presso l’Auditorium di via Rieti. Narducci ricorda le difficoltà di molti nostri connazionali coinvolti in vicende giudiziarie nel ricevere assistenza da parte delle nostre istituzioni, soprattutto a causa “dei noti problemi relativi alla rete consolare” . “Nel Rapporto, che è diventato uno strumento praticamente insostituibile e che resta l’unica voce a livello globale che riesce a rappresentare tanti aspetti della realtà italiana all’estero, - conclude Narducci - abbiamo voluto parlare di questa situazione e del fatto che c’è bisogno di una maggiore presenza da parte dello Stato”.

MONS. PEREGO: CHIEDIAMOCI COSA SIA ITALIA PER CHI VIVE FUORI

(NoveColonne ATG) Roma - È una “fase molto difficile per l’Italia” quella in cui esce il settimo rapporto della Fondazione Migrantes sugli italiani nel mondo presentata a Roma. Sono le parole di monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes che coordina ogni anno lo studio. E in questa fase complessa il fenomeno dell’emigrazione italiana “non è finito ma è cambiato”, aggiunge Perego, e il Rapporto Italiani nel Mondo in questi anni “è diventato uno strumento per una maggiore presa di coscienza di quanto sia inevitabile ‘incontrare’ oggi questa Italia migrante nel panorama della mobilità europea e internazionale” e necessario “utilizzare nuove chiavi di lettura spinti dalle caratteristiche diverse che ineriscono gli attuali migranti, a cominciare dalla loro preparazione e dal progetto con cui partono e che il più delle volte finiscono col riuscire a realizzare all’estero, avendo più volte tentato di aprire inutilmente porte in Italia”. “Il discorso non è la necessità di far tornare oppure il riuscire a non far partire i giovani – sottolinea il vescovo -: il discorso è un altro. La partenza non deve essere conseguenza di un bisogno ma una normale fase di passaggio per un miglioramento e un confronto a livello europeo e internazionale che porti alla circolazione di idee e sproni a nuove progettualità”. E, aggiunge Perego, il fatto che l’emigrazione sia cambiata nel corso degli anni “non può portare a ritenere che tutti gli emigrati siano diventati ricchi o famosi, anche se non sono pochi i casi di successo”. “L’indicatore più attendibile della riuscita della collettività italiana – spiega il direttore generale della Migrantes - consiste nell’inserimento proficuo nel lavoro e nella predisposizione alla solidarietà e all’impegno per la sua tutela, nell’attaccamento alla famiglia e nella difesa dei suoi valori, nel rispetto delle leggi e della cultura del paese di accoglienza senza rinnegare la propria appartenenza culturale, nel tener viva l’ispirazione di fede ravvivandone i contenuti”. “La storia dell’emigrazione italiana – sottolinea Perego - è iniziata ieri e continua tutt’oggi e che noi siamo sollecitati a leggere eventi e figure storiche anche alla luce dell’attuale fotografia del fenomeno migratorio”. E il Rapporto Italiani nel Mondo “non si propone solo di far conoscere meglio il mondo dell’emigrazione a chi è rimasto in Italia: un altro suo compito importante consiste nel far conoscere meglio l’Italia a chi vive all’estero. Chiediamoci cosa sia l’Italia per chi vive fuori” che per gli anziani “è la Patria, chiamata a intervenire con un sostegno economico e all’occorrenza anche con l’assistenza sociale o sanitaria”. “L’Italia – aggiunge - è paradossalmente un Paese ricco in cui le risorse scarseggiano, non solo per l’enorme debito pubblico, ma anche per l’ineguale distribuzione delle risorse”.

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