di Paolo Pagliaro
Per promuovere la diversità oggi nelle scuole è stata la giornata dei calzini spaiati. Un calzino rosso e uno giallo, gli orsetti con le rane, e via disaccoppiando. Il gioco dei calzini spaiati è nato dieci anni fa per inizativa di un’insegnante friulana. Inizialmente pensata per i bambini, che hanno aderito divertiti, la cosa ha poi contagiato gli adulti. Oggi alcune grandi aziende, come Enel, hanno invitato i propri dipendenti a partecipare, condividendo sui social le foto in cui indossano calzini differenti. Un gesto simbolico per dire che anche sul lavoro ci si impegna a rispettare e valorizzare le diversità di genere, orientamento affettivo, cultura, abilità.
Ma poiché l’Italia è un paese lacerato, la giornata dei calzini spaiati si celebra mentre sui tg scorrono le immagini dell’assalto al Gay Center di Roma, con mazze da baseball, fumogeni e il consueto corredo di svastiche e saluti romani. O mentre l’Osservatorio di Terre des Hommes presenta un sondaggio tra 4 mila ragazzi da cui risulta che l’83% di chi si definisce “non binario” ha subito aggressioni fisiche o verbali.
Sostiene il linguista Massimo Arcangeli che all’origine di tanta aggressività c’è un pensiero profondo, radicato a destra ma non sufficientemente contrastato a sinistra, nemico di una percezione della diversità sessuale al riparo da preclusioni o pregiudizi.
In un saggio intitolato “Il generale ha scritto anche cose giuste”, pubblicato da Bollati Boringhieri, Arcangeli dimostra quanto questo pensiero omofobo sia presente nel libro più venduto dell’anno.