di Paolo Pagliaro
Questa mattina all’ospedale San Camillo di Roma è stato inaugurato un reparto di 18 posti letto gestito esclusivamente da infermieri specializzati. Ospiterà pazienti nella fase della malattia in cui non è richiesta una presenza continuativa dei medici. E’ un modo per ridurre la pressione sulle corsie e sui servizi di pronto soccorso. Ed è anche un riconoscimento professionale per una categoria, quella degli infermieri, che sta pagando un prezzo molto alto ai disinvestimenti nel settore della sanità.
E’ un problema innanzitutto di organici. La media europea di infermieri rispetto alla popolazione è di 8.3 ogni 1.000 abitanti, mentre in Italia ci si ferma a 6.3. Il sito Salute Internazionale ha calcolato che in Itala mancano 237 mila infermieri Si paga il blocco delle assunzioni introdotto nel 2005 , ma si pagano anche i tetti di spesa e il livello egli stipendi, mortificanti nel confronto europeo.
La retribuzione media lorda di un infermiere in Italia non raggiunge i 35 mila euro. Siamo dunque lontani dai 70 mila euro degli infermieri svizzeri, i 62 mila euro degli olandesi, i 54 mila dei tedeschi, i 50 mila degli spagnoli, i 40 mila dei francesi, i 43 mila della media europea. Paghiamo anche un welfere debole - abitazioni, asili nido, trasporti - aspetto che pesa maggiormente su un personale per oltre due terzi femminile.
Dopo la laurea, molti così emigrano. Vanno un po’ ovunque, a migliaia. Anche in Arabia Saudita, dove l’anno scorso si sono trasferiti dall’Italia 600 infermieri e 250 tra osteopati e fisioterapisti.