Due terzi dei francesi non vogliono la destra estrema di Le Pen. Due terzi dei francesi non vogliono il maestrino saccente Macron. Due terzi dei francesi non vogliono la gauche islamista di Mélenchon.
La situazione francese è tutta qui. Una situazione che colpisce il cuore dell’Europa. Adesso tocca al presidente Macron cercare di sbrogliare una vicenda che per forza di cose si trascinerà almeno per un anno. In Francia infatti bisogna aspettare almeno 12 mesi per convocare nuove elezioni.
Il Nuovo Fronte Nazionale - schierato nel nome dell’emergenza democratica per non permettere a Le Pen di trionfare - è stato il vincitore delle elezioni, conquistando 182 seggi all’Assemblea nazionale, segue Ensemble, l’insieme delle liste macroniane con 168 seggi, quindi Rassemblement Nazional di Le Pen con 143 seggi e i gollisti, spaccati dalla diaspora del presidente Ciotti, con 46 seggi.
Nel complesso i sostenitori di Macron sono calati notevolmente rispetto al 2022, in quell’occasione avevano conquistato infatti 245 seggi. Le Pen è cresciuta notevolmente (aveva 89 seggi), i repubblicani sono calati (nel ’22 avevano 64 seggi) mentre la sinistra unita è salita da 138 a 182 seggi.
Per avere la maggioranza all’Assemblea nazionale sono necessari 289 seggi.
Detto dei numeri, resta la politica.
La sinistra infatti è divisa in diversi partiti con posizioni distinte sia in politica interna che internazionale. Tra i tre principali partiti del NFP, La France Insoumise di Mélenchon avrà 77 deputati, il partito socialista ne avrà 59 e gli ecologisti 28.
Stando alle dichiarazioni dei post voto i macroniani hanno fatto capire che non vogliono governare con Mélenchon e viceversa. Nessuno vuole governare con la coppia Le Pen-Bardella, quindi l’ipotesi più probabile è un governo di “unità nazionale” con socialisti, ecologisti, macroniani e gollisti. Una sorta di "sinistra-centro-destra" che terrebbe fuori le estreme.
Resta il problema che i vincitori delle recenti elezioni europee (Le Pen - Bardella) e delle attuali legislative (Mélenchon) resterebbero fuori dal governo. Un bel problema che creerà enormi tensioni sociali e popolari.
L’antipasto l’abbiamo avuto domenica notte e conoscendo i francesi, che sono “italiani di cattivo umore”, è facile prevedere un periodo di forti tensioni di piazza, instabilità e tensioni sui mercati finanziari. Molto probabilmente c’è chi sta tifando per tensioni insostenibili per auspicare poi soluzioni autoritarie che probabilmente non faranno che peggiorare la situazione. Insomma il cubo di Rubik è di difficile ricomposizione.
La situazione ricorda un po’ quella dell’Italia del 2018 quando a sorpresa si arrivò ad un governo Lega-M5S. I grillini sono appena entrati nel gruppo europeo The Left a cui aderisca anche Mélenchon. Salvini è da tempo stretto alleato di Le Pen, se i francesi avessero la fantasia degli italiani per paradosso si potrebbe ipotizzare un governo Mélenchon-Le Pen (che sulle politiche economiche non sono così distanti) se non fosse che il voto di Mélenchon è fortemente sostenuto dai musulmani (sono 6,5 milioni in Francia) mentre Le Pen vorrebbe una forte stretta sull’immigrazione e ha una base orientata ad un tradizionale cattolicesimo.
In una situazione così complicata c’è qualcuno che però potrebbe brindare. La Francia è infatti la nostra principale concorrente economica e negli ultimi anni, forte anche della sua stabilità politica, è riuscita ad entrare con forza nel mercato economico-finanziario italiano (supermercati, media, tlc, banche, assicurazioni, finanza, industria ecc. ecc.). Adesso la stabilità sembra essere dalla nostra (anche se non c’è da scommetterci sopra grandi somme). Insomma, potrebbe essere che Bartali torni a vincere il Tour: “e i francesi ci rispettano / che le balle ancora gli girano”… “e i francesi che si incazzano / tra i giornali che svolazzano”.
Ma andiamo a berci una birra che “fa gola di più, in questo giorno appiccicoso di caucciù”.
(© 9Colonne - citare la fonte)