Roma, 15 lug - “Sul tema del femminicidio, della violenza di genere, ci sono tante norme, ma c'è anche tanta stratificazione normativa e quindi si fatica nell'applicazione, nella reattività, nella tempestività: dobbiamo lavorare sull'intelligibilità di queste norme. Però io ho voluto dare alla Commissione d’inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere un indirizzo che fosse quello della violenza economica, dell’indipendenza economica e del lavoro. Il 62% delle donne vittime di violenza non è economicamente indipendente, e due donne su tre non ha un conto corrente: ci vuole una consapevolezza al femminile perché tantissime donne preferiscono che ce l'abbia il marito o addirittura il figlio”. Così Martina Semenzato, presidente della Commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio nonché su ogni forma di violenza di genere, in occasione dell’evento Donne e motori, gioie e dolori. Lavoro, passione, empowerment, stereotipi” da lei organizzato alla Camera dei Deputati. Per questo, spiega Semenzato, “ho proposto questa legge perché all'interno dell'educazione civica si faccia educazione economica finanziaria alle giovani donne, perché poi l’82% delle donne sa di essere sottopagate, ma non alza una mano per lamentarsi, mentre gli uomini scalpitano un po’ di più: noi non guardiamo il nostro contratto, non guardiamo la nostra busta paga”. Invece, insiste la parlamentare di Noi Moderati, "la consapevolezza passa attraverso l'educazione e il rispetto, perché femminicidio e violenza di genere non riguardano le donne ma gli uomini, perché sono gli uomini che uccidono. Però la consapevolezza maggiore anche delle giovani ragazze sugli aspetti economici e finanziari della vita deve essere più incisiva”.
L’incontro odierno era volto all’educazione all’abbattimento degli stereotipi di genere, in particolare nel mondo del motociclismo, ancora considerato prettamente maschile: lo conferma anche Giovanni Copioli, presidente della Federazione Motociclistica Italiana che vede “ancora tanti pregiudizi nelle donne che praticano il motociclismo” emersi anche da sondaggi appositamente commissionati tra un campione quasi esclusivamente maschile “ma siamo determinati a combatterli” anche attravero il ripristino del comitato di genere all’interno della Federazione, ma già oggi si può dire dati alla mano “che le donne sono meno soggette a incidenti degli uomini che spesso si fanno prendere dall’agonismo”. Letizia Marchetti, campionessa italiana e Tecnico FMI, si rivolge direttamente alle donne sottolineanche che “tante volte ce li creiamo noi stesse certi preconcetti”. Elisabetta Cozzi, presidente del Museo Fratelli Cozzi dedicato all’automobile, ha illustrato il progetto “Women in power”, “dal sottotitolo ‘Donne e motori, gioie e basta’ per contrastare le discriminazioni nel mondo dell’automotive, che al mio ingresso mi hanno lasciato basita”. Passi avanti ne sono stati fatti negli ultimi decenni ma, ammonisce Roberta Bruzzone – criminologa investigativa, non bisogna mai abbassare la guardia perché “ancora oggi la donna che piace è quella che abbassa la testa, e ancora oggi ci sono migliaia di donne che pensano che essere controllate significhi essere amate”. Anche per questo la lotta verso un’indipendenza, in primis economica, è un passo necessario.
(PO / Sis)