Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

MATERNITA’, I BENEFICI
DELLA KANGAROO CARE

MATERNITA’, I BENEFICI <BR> DELLA KANGAROO CARE

"Sostenere e supportare la vicinanza dei genitori al neonato/a, durante un ricovero ospedaliero, soprattutto subito dopo il parto, significa riconoscerne il ruolo non di meri ‘visitatori’, ma di capacità curante verso il proprio figlio/a. Il coinvolgimento precoce della mamma e del papà rafforza le connessioni emotive fondamentali per lo sviluppo neuro cognitivo del bambino/a e determina effetti positivi sull’esito della salute neuro-comportamentale a distanza”. Con queste parole, Cristina Panizza, consigliere della FNOPO, la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica, sottolinea l’importanza della "kangaroo care", o marsupio terapia, a cui è dedicata la Giornata di sensibilizzazione che si celebra oggi. “La kangaroo care è una tecnica di cura dei neonati, soprattutto prematuri (quando le condizioni cliniche del neonato lo consentono), che prevede il contatto pelle-a-pelle continuo e prolungato con uno dei genitori (solitamente la madre). Questa pratica, semplice e a basso costo, offre numerosi benefici sia per il bambino/a sia per I genitori stessi – continua Panizza - . Occorre sostenere il più possibile la cosiddetta ‘Zero separation’, cioè garantire la vicinanza genitori-neonato, anche nel difficile periodo che stanno vivendo, non solo nei reparti di TIN o Patologia Neonatale, ma anche nei reparti di puerperio nelle gravidanze a termine”, continua l’ostetrica. La ‘Zero separation’ è campagna promossa da EFCNI European Foundation for the Care of Newborn Infants. Le informazioni/azioni della kangaroo care vanno inoltre supportate da interventi che considerino anche le azioni della genitorialità responsiva tramite la nurturing care. “Ossia sostenere i genitori nella loro capacità di essere informati sullo sviluppo del bambino, attenti ai suoi bisogni e capaci di offrire loro opportunità di apprendimento e crescita. Compito che le ostetriche e gli operatori, operatrici (sanitari, educativi, sociali e culturali) devono sapere svolgere al meglio e collaborando tra loro”, spiega la professionista sanitaria. Ecco i benefici della kangaroo care: il contatto pelle-a-pelle aiuta il bambino a mantenere una temperatura corporea stabile; può aumentare la saturazione di ossigeno nel sangue del bambino; il contatto con il seno della madre può stimolare l'allattamento al seno ( aumento ossitocina, prolattina ed endorfine); può aiutare il bambino a calmarsi e a dormire meglio; può ridurre il rischio di mortalità e morbilità nei neonati, soprattutto quelli prematuri; può favorire il legame affettivo tra il genitore e il neonato oltre che stimolare la produzione di latte materno ed aiutare i genitori a sentirsi più sicuri e competenti nel prendersi cura del loro bambino.

“La kangaroo care è una pratica raccomandata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la cura dei neonati, soprattutto quelli prematuri o di basso peso alla nascita. Pratica che dovrebbe diventare l’approccio principale nei primi momenti di vita di contatto tra madre e neonato ed essere mantenuta e difesa all’interno delle strutture ospedaliere, che dovrebbero attuare politiche aziendali mirate per, superare difficoltà logistiche e professionali nell’eseguirla. Ricordando che il personale deve essere formato e vi deve essere un adattamento degli spazi e attrezzature per la rianimazione. Nonostante questi benefici, si stima che solo un terzo dei Paesi abbia una policy o una linea guida aggiornata sulla kangaroo care e questo significa che probabilmente milioni di bambini pretermine e di basso peso alla nascita non usufruiscono di questa modalità di accudimento salvavita”, spiega Panizza. A maggio 2023, l’Oms ha pubblicato due nuovi documenti per favorire una più ampia diffusione della Kangaroo mother care (KMC)- Le due pubblicazioni – “Kangaroo mother care: a transformative innovation in health care: global position paper” e “Kangaroo mother care: implementation strategy for scale-up adaptable to different country contexts” – mirano a implementare a livello globale la KMC sia all'interno delle strutture sanitarie sia a casa, e sono successive alle nuove linee guida dell’OMS ‘WHO recommendations for care of the preterm or low-birth-weight infant’, pubblicate a novembre 2022, che raccomandano la KMC come standard essenziale di cura per tutti i bambini pretermine e con basso peso, subito dopo la nascita. “I documenti sopra menzionati evidenziano che la KMC dovrebbe essere resa disponibile, per almeno otto ore al giorno, sia per i bambini sani sia per quelli ricoverati in terapia intensiva. La KMC ha dimostrato di migliorare significativamente la sopravvivenza e gli esiti di salute dei neonati prematuri e di basso peso alla nascita. I dati, infatti, mostrano che può aumentare i tassi di sopravvivenza fino a un terzo, ridurre le infezioni, prevenire l'ipotermia e migliorare l'alimentazione e la crescita. La letteratura ha dimostrato gli effetti positivi della KC anche quando praticata dai padri. La KC permette infatti ai padri/caregiver di essere direttamente coinvolti nella cura del proprio neonato, con un impatto a lungo termine sulla struttura familiare e sull'ambiente domestico in cui crescerà il bambino. Inoltre, i padri o i partner e gli altri componenti della famiglia che praticano la KC vivono un maggiore legame affettivo e di attaccamento con la bambina o il bambino, sviluppano empatia, acquisiscono maggiore fiducia come caregiver e migliorano la propria salute mentale e benessere. Si è anche riscontrato che la KC riduce la depressione paterna e i problemi di relazione, e migliora le interazioni tra padre/partner e bambino”, conclude l’ostetrica. (15 mag - red)

(© 9Colonne - citare la fonte)