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RICERCA, GRIPPO (AZ): ITALIA CREI CONDIZIONI PER ATTRARRE RICERCATORI

Roma, 16 giu - “Non è la prima volta che Azione porta, in Aula o in commissione scuola e ricerca, il tema della fuga dei cervelli, ma adesso siamo di fronte a un'emergenza diversa: dall'insediamento della Presidenza Trump a gennaio 2025 gli attacchi alla ricerca statunitense, con il taglio ad alcuni centri di ricerca che dai vaccini all'energia sono stati l'avanguardia per tutto il mondo, sono devastanti”: e ancora, “problemi fiscali, barriere all'ingresso di ricercatori. Leggiamo sulla stampa che tre quarti addirittura dei ricercatori statunitensi, anche di quelli che ancora non hanno perso il lavoro, guardano al resto del mondo con interesse. Quindi noi con la mozione di oggi, e siamo contenti che ci abbiamo seguito anche altre forze politiche, abbiamo voluto in modo costruttivo chiedere al governo italiano: cosa stiamo facendo, non solo per far rientrare i nostri cervelli, ma anche per attrarre i cervelli altrui. Questi ricercatori anche di chiarissima fama, alcuni sono veramente pesanti, che potrebbero volere migrare dagli Stati Uniti”. Così Valentina Grippo, deputata di Azione, che stamattina ha illustrato una mozione, poi seguita da altre analoghe delle opposizioni, in cui si chiede al governo di creare le condizioni per rendere l’Italia più attrattiva per i ricercatori di tutto il mondo, e in particolare di coloro che non trovano più facile accoglienza negli Stati Uniti: un tema che si rincorre da anni, del resto, è proprio quello della mancanza di investimenti in Italia nella ricerca. “Talvolta si assise un po’ allo stesso dibattito, ahimè, che facciamo sulla cultura – spiega Grippo - ossia che l'investimento in ricerca sia un investimento velleitario. Non è così: i dati finanziari ci dicono che ogni euro investito in ricerca ne restituisce fra 2,5 e 4, quindi c'è un ritorno sul PIL diretto”. E poi c'è un ritorno pratico, ho raccontato in aula l’episodio di un neonato che solo 7 mesi fa non sarebbe stato curabile: grazie alla ricerca e all'innovazione genetica, invece, è stato da pochissimo curato. Noi che abbiamo attraversato pandemia e crisi energetiche dovremmo capire molto bene quanto pesa la ricerca sulla lo stato di salute e sull'economia di un paese”. 

 

(PO / Sis)

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