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FINE VITA, A DECIDERE
SARA' COMITATO ETICO

FINE VITA, A DECIDERE <BR> SARA' COMITATO ETICO

"Stiamo chiudendo. Il 17 luglio si va in aula? Avoglia!". Così la presidente della Commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, rispondendo ai cronisti al Senato in merito al provvedimento sul fine vita, al termine del Comitato ristretto delle Commissioni Affari Sociali e Giustizia. Confermata, quindi, la calendarizzazione in aula a Palazzo Madama per il 17 luglio. "Abbiamo fatto molti passi avanti, soprattutto in quest'ultimo periodo", e "ora ci sono i contenuti che faranno parte di questo testo", spiega la senatrice della Lega, per poi aggiungere come il perno della norma sia il Comitato etico: "Personalmente credo molto nell'importanza che deve avere il Comitato etico, che a mio avviso deve essere un po' il punto iniziale. Non partiamo dal diritto a morire, ma dal fatto che ci debba essere un comitato e poi a cascata vediamo i poteri del Comitato. Si sta dibattendo di questo, però i passi avanti ci sono stati: diciamo la condivisione all'interno della maggioranza di una serie di principi che vedono centrale questo comitato".  La novità, ribadisce Bongiorno, è "l'impostazione: da dove parte la norma? Non è una norma che parte dal 'diritto a', ma da un comitato che aiuta a capire quando si possono fare queste cose, come si possono fare: quindi un aiuto a chi si trova in certe condizioni". "Non esiste un testo che non tiene conto della Corte costituzionale - spiega - Punto di partenza: Corte costituzionale. Secondo punto: la maggioranza ritiene essenziale il Comitato etico. Terzo punto: le cure palliative devono essere concrete e non una cosa astratta". Di chi deve fare parte del Comitato etico "se ne discuterà, ma deve essere di altissimo profilo" conclude la presidente della Commissione Giustizia. Critiche le opposizioni: Alfredo Bazoli, senatore Pd autore di una proposta di legge sul tema, spiega: "Noi abbiamo messo i nostri paletti, dicendo prima che il Comitato secondo noi dovrebbe essere dislocato sui territori e non centralizzato. Poi abbiamo detto che le cure palliative devono essere messe a disposizione ma non possono diventare un trattamento sanitario obbligatorio. Infine, perché lo dice la Corte costituzionale, che ci vuole il ruolo di supervisione e di controllo del Servizio sanitario nazionale, perché se non c'è il Servizio sanitario nazionale inevitabilmente ci sarà un mercato, ed è una cosa inaccettabile". Secondo la senatrice Avs Ilaria Cucchi, "la destra ha un’idea del fine vita ideologica, come dimostra la proposta di nominare un Comitato Etico con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Secondo la destra questo Comitato, di nomina governativa e non di esperti o medici, dovrebbe decidere proprio della vita o della morte di una persona. La proposta della destra viola i diritti fondamentali delle persone, privandole della possibilità di decidere come vivere con dignità fino all’ultimo istante delegando la decisione ad un organismo burocratico, e sotto il controllo del governo. Privare i cittadini della possibilità di decidere come vivere con dignità fino all’ultimo istante è da Stato etico e religioso e non da paese democratico". Nette, quindi, le divergenze con la maggioranza: "Non c'è un testo presentato dai relatori, facciamo discussioni approfondite e lunghe perché l'obiettivo è fare la legge e andare in aula" così il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri. "Ho espresso il mio punto di vista sull'importanza delle cure palliative, che devono essere garantite pur sapendo che la sanità non è uguale in tutta Italia" sottolinea Gasparri, che in merito al comitato spiega: "Noi siamo più favorevoli a una struttura unica nazionale", puntualizzando infine: "Non siamo favorevoli che una eventuale assistenza in queste fasi drammatiche sia considerata una prestazione del Servizio sanitario nazionale, non prevediamo che nei Lea ci sia un diritto al suicidio". (Roc)   

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