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CLIMA, PUNTARE SU “ONE HEALTH” PER VINCERE SFIDA

Roma, 27 giu - L’approccio One Health è fondamentale per garantire la piena attuazione del diritto alla salute globale. Si tratta di progettare una strategia integrata che esplori le interazioni tra ambiente, salute umana e salute animale, per promuovere una collaborazione intersettoriale e affrontare sfide complesse. come la resistenza antimicrobica nella cura di alcune malattie e il degrado ambientale in cui vivono molte persone, specie animali e vegetali. E’ quanto emerge dal policy paper “Salute globale e One Health: le sfide della crisi climatica”, presentato ieri alla Camera e realizzato dal Network italiano Salute Globale e da Aidos-Associazione italiana Donne per lo Sviluppo, per approfondire il nesso fra gli effetti del cambiamento climatico e il diritto alla salute globale, con interventi di persone esperte e le testimonianze dal campo di alcune organizzazioni della società civile (Osc) che aderiscono al Network. Di recente, per vedere gli effetti della crisi climatica sul campo,  si è svolta una missione parlamentare in Kenya che ha visto impegnato tra l’altro  il deputato M5S Andrea Quartini: “E’ stata un’esperienza straordinaria, ringraziamo i volontari che fanno servizio civile in quei luoghi, le Ong e le organizzazioni istituzionali per quello che stanno facendo in tema di cooperazione internazionale. Sicuramente il tema del cambiamento climatico è centrale, sappiamo quanto la desertificazione e le calamità collegate generino dei flussi migratori importanti, come sappiamo che la condizione di povertà estrema ha un impatto enorme sulla salute globale: credo che la cooperazione vada assolutamente sostenuta e che il fatto che non si riesce a raggiungere lo 0,7% del Pil per sostenerla cozza in maniera ipocrita con il 5% per il riarmo, e noi lavoreremo per portare un po’ d’ordine e un po’ di giustizia”.  A far parte della missione in Kenya anche la deputata del Pd Sara Ferrari: “L’impatto del cambiamento climatico è sempre più pesante sulla salute complessiva, in particolare sui soggetti fragili e quindi in Africa è assolutamente devastante. Il ritiro dell’impegno americano dal sostegno ai progetti di cooperazione internazionale deve spingere l’Italia a essere ancora più presente e ancora più incisiva, ne va di un vantaggio che è collettivo, in termini non solo generali ma anche di salute complessiva. Lo abbiamo visto con le pandemie”. “In Kenya abbiamo toccato con mano il lavoro della Cooperazione internazionale, in particolare di quella italiana che è un punto di riferimento, in una città come Nairobi dove il 65% della popolazione vive in baraccopoli: grazie ai fondi dati dal governo italiano vengono costruiti dei centri sanitari in cui le donne, i malati di tubercolosi, malaria, les e lebbra possono curarsi, così come possono essere garantiti parti sicuri e Tac” così Stefania Ascari, deputata M5S, anche lei da poco reduce da una visita studio in Kenya. Le testimonianze degli interventi di cooperazione sanitaria di Amref Health Africa, Medicus Mundi Italia, Progettomondo e World Friends evidenziano sia gli impatti concreti della crisi climatica sulla salute sia le risorse messe in campo per mitigarne gli effetti promuovendo interventi efficaci laddove i sistemi sanitari sono fragili (dall’impiego delle unità sanitarie mobili alle pratiche di coinvolgimento delle comunità locali). “Politiche sanitarie che non prevedono piani di resilienza climatica, così come politiche climatiche che trascurano le implicazioni per la salute sono destinate a fallire – ha dichiarato Stefania Burbo, focal point del Network italiano Salute Globale – per questo chiediamo all’Italia di proseguire lo storico impegno per la salute globale, in un momento in cui l’intensificarsi dei conflitti armati aumenta le diseguaglianze nell’accesso al diritto alla salute”.Le Osc riunite nel Network sottolineano l’importanza di promuovere politiche di salute globale di lungo periodo per rafforzare i sistemi sanitari pubblici e di comunità, garantendone l’operatività nell’ambito della prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie; continuare a sostenere il Global Fund nell’anno del suo ottavo processo di rifinanziamento, quale principale donatore multilaterale nella lotta contro Aids, tubercolosi e malaria, nonché nel rafforzamento dei sistemi sanitari nazionali e comunitari; rispettare gli impegni sul clima presi nei fora multilaterali e internazionali, per una transizione energetica equa anche per la salute pubblica. Inoltre, come afferma Maria Grazia Panunzi di Aidos, è necessario “prevenire la violenza di genere e le pratiche dannose, come le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni precoci, che aumentano in situazioni di crisi climatica e conflitti”. “ E garantire la partecipazione attiva della società civile, delle comunità, delle donne e delle ragazze, riconoscendone il ruolo di agenti di cambiamento, a livello locale, nazionale e internazionale” chiosa Panunzi. (po / Roc) ////

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