L’Europa, sola e impreparata davanti al cambio di direzione degli Stati Uniti e all’aggressività di Putin, sta imparando un’amara lezione: mai dare per scontate pace e democrazia. E ora, nel nuovo scenario, è chiamata a occuparsi della propria sicurezza, colmando, almeno in parte, anni di ritardi. Intanto l’opinione pubblica italiana – sempre più sganciata da quelle degli altri Paesi – fatica a comprendere la portata dei cambiamenti in corso. “Rendiamoci conto. Senza difesa non c’è più l’Europa” di Michele Bellini, edito da Castelvecchi (108 pp, 15 euro) è un appello ragionato a guardare la realtà per riconoscere i pericoli che ci minacciano, accettando un doloroso dato di fatto: il mondo come lo conoscevamo non esiste più. In quello nuovo si profila un sistema di rischi che possono essere affrontati solo concependo in modo interconnesso difesa e integrazione europea, risorse economiche e tenuta della democrazia. Il destino dell’Europa e quello dei suoi sistemi politici e sociali – welfare compreso – sono indissolubilmente legati e ora, nel pieno di una rivoluzione geopolitica che cambia i parametri di riferimento, la difesa comune è il banco di prova più urgente con cui misurarsi. Su di essa ci giochiamo tutto: è l’ultima chiamata per il processo di unificazione europea. Ma appunto: ce ne rendiamo conto?. Michele Bellini è consulente politico e analista specializzato in temi europei, ha lavorato nella direzione della Scuola di Affari Internazionali di Sciences Po a Parigi e come capo dello staff di Enrico Letta al Partito Democratico. Ha pubblicato Salviamo l’Europa. Otto parole per riscrivere il futuro (Marietti 1820, 2024). (Red – Sis)
(© 9Colonne - citare la fonte)