“Oggi entra in vigore la legge Brambilla, una riforma storica che questo Paese attendeva da più di venti anni: finalmente gli animali diventano soggetto giuridico, tutelato dalla legge in via diretta. Si ribalta la prospettiva che fino ad ora aveva regnato in tema di norme, gli animali vengono considerati esseri senzienti, diventano soggetti tutelati da una legge che finalmente rende loro giustizia, inasprendo tutte le pene ai danni di chi commette reati nei loro confronti”. Così Michela Vittoria Brambilla, deputata Noi Moderati, presidente di Leidaa e dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente, a margine di un’iniziativa alla Camera sulla legge a sua prima firma per la tutela degli animali, che entra in vigore oggi. Una vera e propria rivoluzione dal punto di vista culturale e giuridico: con il Titolo IX bis del Codice penale, “Dei delitti contro gli animali”, viene tutelato non più il sentimento dell’uomo ma direttamente l’animale. E sono previste pene severe: “Da oggi, con la legge Brambilla – continua la parlamentare - chi uccide un animale rischierà fino a quattro anni di carcere e 60 mila euro di multa sempre abbinata, chi li maltratta fino a due anni di carcere e 30 mila euro di multa sempre abbinata, con aggravanti generiche che aumentano anche di un terzo la pena se il fatto è commesso in presenza di minori o diffuso in rete. Poi si inaspriscono tutte le altre pene per chi commette reati ai danni degli animali, una in particolare voglio ricordare: da oggi scatta il divieto di tenere il cane alla catena, 5 mila euro di multa per chi contravviene a questa disposizione”. “Noi come carabinieri forestali siamo fortemente interessati a questa novella, che ci pone in condizioni di meglio operare nel settore della tutela degli animali” così il generale di brigata Giorgio Maria Borrelli, comandante del raggruppamento Cites dell’Arma, il cui scopo è controllare il commercio di piante o animali in quanto può provocare la distruzione degli ambienti naturali oltre che la rarefazione o l'estinzione delle specie stesse. “Si tratta di reati – aggiunge - che oltre a portare nocumento alla dignità degli animali, pongono due domande dal punto di vista investigativo e culturale: da una parte gli enormi profitti che soggetti singoli o consorterie riescono a ottenere attraverso il commercio illecito di animali da compagnia. Il secondo aspetto è l’abitudine alla violenza: questa norma introduce degli elementi importanti per quanto riguarda l’esposizione di questi reati in presenza di minori, un elemento che prelude a una progressione dal punto di vista della civiltà”. (Roc)
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