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direttore Paolo Pagliaro

RENZI: LAVORIAMO
ALLA TENDA RIFORMISTA

RENZI: LAVORIAMO <BR> ALLA TENDA RIFORMISTA

“Quel che sta accadendo è semplice e riguarda il mio posizionamento. Mentre fino a un anno fa c'erano tanti dubbi  oggi sono spariti perché io sono quello che mena di più su Giorgia Meloni. Ho scritto un libro che ne svela i bluff, in aula non c'è volta che la premier non vada in crisi quando le elenco tutti i suoi fallimenti. Ho persino iniziato a fare i podcast, addirittura con Fedez, per smascherare la destra su provvedimenti-spot come il decreto sicurezza. Penso davvero che Meloni faccia male al Paese”. Così Matteo Renzi, in una intervista a Repubblica, spiega il suo ritrono alle feste dell'Unità. Il 17 luglio, alla kermesse dei dem lombardi, il leader di Italia viva dialogherà con Gianni Cuperlo, ai tempi uno dei più agguerriti avversari interni. A seguire si confronterà con Bonaccini in Emilia e con il governatore Giani in Toscana. L'11 settembre sarà invece a Milano, a duettare con Nicola Zingaretti. Ed il  “testardamente unitari” divenuto il mantra preferito di Elly Schlein, adesso pure il suo. Pronto a lanciarsi in un nuovo, ambizioso progetto: “Costruire, insieme a chi ci sta, la tenda riformista che manca al centrosinistra” afferma.  “Lo spostamento a sinistra di Elly Schlein aiuta a costruire la tenda riformista che manca al centrosinistra per vincere le elezioni” in cui far entrare “tutti quelli che non vogliono stare in un Pd sbilanciato a sinistra, ma che credono si debba costruire un'alternativa a Meloni. E per farlo è necessario stare tutti assieme”. A chi pensa? Agli amministratori locali riuniti a Roma dall'assessore Onorato, a Ruffini che gira l'Italia sotto l'egida dei catto-dem, alla Rete civica solidale che ha debuttato l'altro ieri per parlare ai pacifisti? “Quando dico tutti, intendo tutti. A Onorato e Ruffini, certo, ma anche a Silvia Salis, a Beppe Sala, a Gaetano Manfredi: ciascuno di loro può e deve contribuire a fare un pezzetto di ragionamento. Senza dimenticare i cattolici che non vogliono stare con una Forza Italia completamente asservita alla destra più estrema”. Ma non si propone come federatore… “Non tocca a me. Se serve una mano organizzativa ci sono, ma non vogliamo guidare noi. Io ho già il mio bel da fare per combattere Giorgia Meloni che spia i giornalisti, impoverisce gli italiani, non sa che pesci prendere in Europa e sta facendo retrocedere l'Italia sul piano internazionale. È questo il mio ruolo, non fare il capo della tenda: sono in prima fila per mostrare i disastri della premier e del suo governo, la fascia di capitano la indosserà qualcun altro”. E conclude: “Tutti insieme si vince, divisi perde l'Italia”. (2 lug - red)

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