“Noi, rappresentanti delle comunità cristiana ed ebraica a Bologna, figli dell’Unico Dio pacifico e misericordioso, riconoscendoci Fratelli tutti, uniamo la nostra voce consapevoli della gravità dell’ora presente e della responsabilità morale che ci unisce come credenti e come cittadini”. È quanto si legge in una dichiarazione congiunta dell’arcivescovo di Bologna, il card. Matteo Zuppi (NELLA FOTO) e del Presidente della Comunità Ebraica di Bologna, Daniele De Paz “Sulla guerra a Gaza e sulla responsabilità comune per la pace”. “Di fronte alla devastazione della guerra nella Striscia di Gaza diciamo con una sola voce: fermi tutti. Tacciano le armi, le operazioni militari in Gaza e il lancio di missili verso Israele. Siano liberati gli ostaggi e restituiti i corpi. Si sfamino gli affamati e siano garantite cure ai feriti. Si permettano corridoi umanitari. Si cessi l’occupazione di terre destinate ad altri. Si torni alla via del dialogo, unica alternativa alla distruzione. Si condanni la violenza”, si legge nella dichiarazione nella quale il rappresentante cattolico e quello ebraico della città di Bologna si uniscono “al grido dell’umanità ferita che non vuole e non può abituarsi all’orrore della violenza: basta guerra. È il grido dei palestinesi e degli israeliani e di quanti continuano a credere nella pace, coscienti che questa può arrivare solo nell’incontro e nella fiducia, che il diritto può garantire nonostante tutto”. “Chi uccide un uomo uccide il mondo intero”: “condanniamo ogni atto terroristico che colpisce civili inermi. Nessuna causa – si legge nel testo – può giustificare il massacro di innocenti. Troppi bambini sono morti. Nessuna sicurezza sarà mai costruita sull’odio. La giustizia per il popolo palestinese, come la sicurezza per il popolo israeliano, passano solo per il riconoscimento reciproco, il rispetto dei diritti fondamentali e la volontà di parlarsi. Rigettiamo ogni forma di antisemitismo, islamofobia o cristianofobia che strumentalizza il dolore e semina solo ulteriore odio”. Da qui la richiesta alle istituzioni italiane e internazionali di “coraggio e lucidità perché aprano spazi di incontro e aiutino in tutti i modi vie coraggiose di pace. Il dolore unisca, non divida. Il dolore non provochi altro dolore. Dialogo non è debolezza, ma forza. La pace è sempre possibile. E comincia da qui, da noi. Fermi tutti!”. (23 lug - Leo)
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