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direttore Paolo Pagliaro

CROSETTO: KIEV
COSTRETTA A MEDIARE

CROSETTO: KIEV <BR> COSTRETTA A MEDIARE

“Zelensky sa qual è la linea rossa che non può valicare. Il suo dovere necessario è difendere la libertà dell’Ucraina per l’oggi e per il futuro. Sarà uno Stato sovrano quando avrà certezza di un territorio, quando sarà in grado di difendersi e di riportare a casa gli ucraini fuggiti all’estero. Zelensky conosce il suo obiettivo e le mediazioni che sarà costretto a siglare”. Così il ministro della Difesa Guido Crosetto, in una intervista al Corriere della Sera in vista del vertice di domani in Alaska. “Nessuna scelta può essergli imposta da Trump, da Putin, dalla Ue e da nessun altro. Ma Zelensky sa che dopo tre anni di guerra gli obiettivi che si era posto devono essere cambiati, non può ottenere tutto, deve mediare tra quel che sarebbe giusto e quel che è accettabile”. “In certi momenti la politica internazionale impone di accantonare alcuni principi di giustizia e piegarsi alla realpolitik - aggiunge -. Invitando Putin in territorio statunitense, Trump è consapevole di ignorare il mandato di cattura internazionale che pende su Putin, ma se il vertice può portare alla fine della guerra lui è disposto a farlo”. Inoltre sottolinea: “La presenza dell’Unione al vertice non garantirebbe sicurezza per il futuro. Putin ha dimostrato di poter trattare oggi e attaccare domani. L’Unione europea, così com’è, non esiste come entità statuale. Von der Leyen rappresenta un’amministrazione regolatoria, burocratica e tutt’al più monetaria. Non ha una politica estera, non ha un leader eletto dal popolo. Non ha peso perché non può paragonarsi agli Usa o alla Russia”. Su Gaza poi ribadisce: “Non mi pare sia una voce fuori dal coro, la mia. Forse io ho l’abitudine di dire ad alta voce alcune cose in modo poco diplomatico. Ma è evidente che non si può pensare di cacciare tutti i palestinesi dalla loro terra. Noi tutti condividiamo la guerra contro Hamas, ma discerniamo tra terroristi e palestinesi” e “dobbiamo trovare un modo per far cambiare strategia al governo israeliano. Netanyahu non ha ascoltato l’appello di nessuno, nemmeno degli Usa. Il problema non è certo il governo italiano”. È un no al piano operativo per occupare Gaza? “Un piano sganciato e inaccettabile. Cacciare i palestinesi da quella terra per spedirli nel Sinai, in Egitto? Sarebbe una follia al cubo". (14 ago - red)

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