L’impatto dei professionisti sanitari di origine straniera in Italia è oggi decisivo: senza il loro contributo, molti reparti e servizi chiuderebbero, soprattutto nei periodi critici come l’estate e in particolare ferragosto. Medici specialisti (24.000, di cui 10.000 con specializzazione italiana e 14.000 conseguita all’estero), medici generici esperti nelle varie branche, infermieri, fisioterapisti, farmacisti iscritti all’albo, psicologi, logopedisti, specialisti ambulatoriali e di medicina di servizio garantiscono ogni giorno la continuità dell’assistenza, affrontando con responsabilità un’emergenza che non è più temporanea ma strutturale da oltre sei anni.
Grazie al loro impegno, le statistiche AMSI aggiornate al 31 luglio 2025 rivelano che dal 1° gennaio 2023 sono stati salvati 5.220 servizi e reparti tra sanità pubblica e privata, coprendo aree cruciali come emergenza, guardia medica, medicina generale, pediatria, chirurgia, ortopedia, cardiologia, fisioterapia, RSA, farmacia, psicologia, medicina interna, pneumologia, anestesia e radiologia. Il servizio sanitario italiano crolla senza questo apporto: è un dato di fatto.
Il contributo dei professionisti della sanità stranieri è cresciuto anche grazie al “Cura Italia” (articolo 13), ma è urgente trasformare le attuali vie straordinarie di inserimento in procedure ordinarie, risolvendo le criticità legate all’iscrizione agli albi professionali, al riconoscimento dei titoli, ECM ed assicurazioni professionali.
La recente delibera della Regione Veneto ha autorizzato l’impiego, in determinati reparti, di medici specialisti con titolo conseguito all’estero ma non ancora fatta la pratica di riconoscimento in Italia. Questi professionisti hanno già ottenuto il riconoscimento della laurea e l’iscrizione all’Ordine dei medici, ma sono in attesa di completare la procedura per il riconoscimento ufficiale della specializzazione. Non si tratta quindi di titoli respinti o invalidi, bensì di pratiche amministrative ancora in corso, che non pregiudicano la possibilità di impiego in situazioni di carenza di personale.
Mi aspetto un ringraziamento da parte degli Albi professionali, dei sindacati e della politica ai professionisti della sanità di origine straniera. Allo stesso tempo, esprimiamo le nostre condoglianze a tutti i familiari delle vittime invisibili morte in mare: tragedie di cui si parla molto in questi giorni e che ci toccano profondamente. Come AMSI, con l’Ambulatorio AMSI per stranieri, da anni curiamo migranti e conosciamo bene la sofferenza e il “viaggio della speranza”. È necessario intensificare la collaborazione con i Paesi di origine sia per l’inserimento regolare dei professionisti della sanità, sia per contrastare l’immigrazione irregolare, promuovendo al contempo processi di integrazione e di dialogo tra i popoli.
*Presidente dell’Associazione medici di origine straniera in Italia