Si è chiusa senza passi avanti concreti la sessione 5.2 dei negoziati internazionali per un Trattato globale contro l’inquinamento da plastica. Dopo dieci giorni di discussioni serrate, i Paesi non sono riusciti a concordare né un testo condiviso né un piano di lavoro chiaro, lasciando in sospeso l’obiettivo di arrivare a regole vincolanti per ridurre la plastica lungo tutto il suo ciclo di vita.
Il WWF, presente ai lavori con una delegazione guidata da Zaynab Sadan, ha espresso profonda delusione per l’esito della conferenza, sottolineando che una minoranza di Stati ha di fatto bloccato la volontà della grande maggioranza di arrivare a un accordo ambizioso.
“Dopo quasi due settimane di negoziati siamo ancora lontani da un vero Trattato – ha dichiarato Eva Alessi, responsabile sostenibilità del WWF Italia – È evidente che il meccanismo del consenso unanime non funziona: non possiamo lasciare che pochi Paesi a bassa ambizione impediscano al resto del mondo di fare il passo necessario”.
Secondo Sadan, il rischio ora è che anni di lavoro vadano sprecati se non si troverà un modo per superare l’impasse. “Molti governi hanno dimostrato di volere un accordo forte e vincolante. Serve il coraggio politico di portarli oltre i limiti del processo attuale, altrimenti il Trattato resterà un miraggio”.
Il WWF ha ribadito la volontà di continuare a collaborare con governi, comunità scientifica e società civile, ma chiede un cambio di passo deciso da parte degli Stati: “Solo così – ha concluso l’associazione – si potrà dare al mondo lo strumento che persone e natura attendono da anni”. (red - 16 ago)