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direttore Paolo Pagliaro

RINOCERONTE, EMBRIONI
CONTRO L’ESTINZIONE

RINOCERONTE, EMBRIONI <BR> CONTRO L’ESTINZIONE

Il consorzio internazionale BioRescue, di cui fa parte l’Università di Padova, ha inaugurato una nuova, decisiva fase della sua missione per salvare il rinoceronte bianco settentrionale (Ceratotherium simum cottoni), una delle specie più minacciate al mondo. Dall’inizio dell’anno sono stati creati tre nuovi embrioni, portando avanti un traguardo scientifico senza precedenti. Parallelamente, il team ha avviato i primi trasferimenti embrionali, impiantando embrioni puri di rinoceronte bianco settentrionale in madri surrogate appartenenti alla sottospecie meridionale. Con soli due esemplari rimasti – le femmine Najin e sua figlia Fatu, entrambe incapaci di affrontare una gravidanza naturale – BioRescue fa affidamento sulle tecniche più avanzate di riproduzione assistita e su un uso pionieristico delle cellule staminali, con l’obiettivo di offrire a questa specie una nuova possibilità di futuro. Il 22 agosto ricorre il sesto anniversario della prima raccolta di ovociti da Fatu e Najin presso l’Ol Pejeta Conservancy, in Kenya. Da allora, il consorzio BioRescue – guidato dal Leibniz Institute for Zoo and Wildlife Research (Leibniz-IZW) in Germania e coordinato dal Safari Park Dvůr Králové in Repubblica Ceca – ha portato avanti un lavoro instancabile: in sei anni sono state effettuate 21 raccolte di ovociti da Fatu, tre delle quali solo quest’anno, che hanno permesso di creare tre nuovi embrioni di rinoceronte bianco settentrionale nei laboratori di Avantea, in Italia. Dal 2019 a oggi, il team è riuscito a generare 38 embrioni puri di questa sottospecie ormai rarissima. In stretta collaborazione con il Kenya Wildlife Service e il Wildlife Research and Training Institute, BioRescue ha recentemente avviato anche i primi trasferimenti embrionali con embrioni puri di rinoceronte bianco settentrionale. Una tappa resa possibile da un traguardo storico raggiunto alla fine del 2023: la prima gravidanza ottenuta in un rinoceronte tramite fecondazione in vitro, grazie all’impianto di un embrione di rinoceronte bianco meridionale. Dopo la costituzione di un nuovo gruppo di madri surrogate di rinoceronte bianco meridionale, il gruppo di ricerca ha successivamente effettuato trasferimenti di embrioni di rinoceronte bianco del Nord nel luglio 2024, nel dicembre 2024 e nel maggio 2025. Nessuno di questi tentativi, per ora, si è tradotto in una gravidanza duratura. Il trasferimento embrionale di dicembre 2024 aveva inizialmente suscitato speranza: l’utero della ricevente mostrava segni di sviluppo di muco, un possibile indizio di impianto embrionale. Le analisi successive, però, non hanno fornito risultati conclusivi e non hanno confermato la presenza di DNA di rinoceronte bianco settentrionale.

Come per ogni procedura sviluppata dal team di BioRescue, anche i primi trasferimenti di embrioni puri di rinoceronte bianco settentrionale sono stati sottoposti a una rigorosa valutazione etica da parte degli esperti dell’Università di Padova. Le verifiche hanno confermato che le madri surrogate di rinoceronte bianco meridionale non hanno subito alcun effetto negativo sulla salute. Anche Fatu, la femmina di rinoceronte bianco settentrionale da cui provengono gli ovociti, sembra aver tratto beneficio dalle ripetute procedure: la sua salute ovarica mostra segni di miglioramento grazie a un fenomeno noto come terapia della pulizia ovarica. Il sesto anniversario della prima raccolta di ovociti da Najin e Fatu coincide con un riconoscimento speciale per il lavoro del gruppo di ricerca. Il 24 agosto 2025, infatti, il National Geographic ha presentato in anteprima il documentario “The Last Rhinos: A New Hope”, ora disponibile in streaming su Disney+ e Hulu. Nel documentario, la pluripremiata fotografa Ami Vitale segue da vicino il percorso del progetto BioRescue, dall’Ol Pejeta Conservancy fino ai laboratori di ricerca, raccontando l’urgenza, le difficoltà e i traguardi di una missione senza precedenti: la prima gravidanza surrogata di rinoceronte al mondo. Attraverso immagini potenti e testimonianze dirette, il documentario mette in luce non solo la sfida scientifica, ma anche il legame profondo tra questi animali straordinari e i loro custodi. Mostra come la scienza raramente segua un percorso lineare: ogni ovocita raccolto, ogni embrione generato, ogni tentativo effettuato diventa un tassello fondamentale. Gli spettatori avranno l’occasione di vedere come la combinazione di tecnologia all’avanguardia, collaborazione internazionale e dedizione umana possa offrire una nuova speranza non soltanto al rinoceronte bianco settentrionale, ma anche ad altre specie sull’orlo dell’estinzione. Dopo aver ricevuto, all’inizio del 2025, il premio per la miglior ricerca pubblicata sulla rivista Reproduction, il documentario del National Geographic rappresenta un’ulteriore conferma della portata globale del lavoro di BioRescue. Un impegno reso possibile dal sostegno del Ministero federale tedesco della Ricerca, della Tecnologia e dello Spazio, della fondazione ceca Nadace CEZ, dell’imprenditore americano Richard McLellan, della Tull Family Foundation e di numerosi altri sostenitori che hanno creduto nella missione del consorzio. Accanto alle procedure condotte all’Ol Pejeta Conservancy e alla produzione di embrioni presso Avantea, BioRescue sta inoltre sviluppando tecnologie pionieristiche basate su cellule staminali e DNA antico, con l’obiettivo di ampliare la diversità genetica della futura popolazione di rinoceronti bianchi settentrionali. In particolare, i ricercatori dell’Università di Osaka e del Max Delbruck Center di Berlino stanno lavorando alla generazione di ovociti funzionali a partire da cellule staminali pluripotenti: un passo rivoluzionario che potrebbe aprire nuove strade per la conservazione della specie. Il traguardo finale rimane chiaro e ambizioso: riportare il rinoceronte bianco settentrionale nel suo habitat originario, restituendogli il posto che occupava nella savana africana. (26 ago – red)

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