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TRENTINI, PERCHE’
MADURO HA DETTO NO

TRENTINI, PERCHE’ <br> MADURO HA DETTO NO

Come mai, domenica scorsa, il leader venezuelano Nicolas Maduro ha liberato i cittadini italiani Américo De Grazia e Margarita Assenzo, ma non Alberto Trentini, il cooperante italiano da 283 giorni in carcere senza che sia mai stato formulato un capo di accusa nei suoi confronti? Tra di loro c’è “una grossa differenza” scrive Maurizio Stefanini, giornalista esperto di America Latina, sul Foglio. “Perché entrambi hanno la doppia cittadinanza italo-venezuelana: Américo De Grazia è un ex deputato del Venezuela e Margarita Assenzo è un'ex dipendente del municipio di Maracaibo. Sono stati liberati assieme ad altri 11 detenuti politici, e l'annuncio è stato dato non dal governo ma da Henrique Capriles Radonski, il candidato presidenziale che sfidò due volte Maduro e che ora è il leader più importante di quella parte minoritaria dell'opposizione che alle ultime elezioni non ha seguito il boicottaggio chiesto da Maria Corina Machado e Edmundo González Urrutia. Il contesto politico internazionale è quello della squadra navale che gli Stati Uniti hanno mandato di fronte al Venezuela per contenere il narcotraffico, dopo aver raddoppiato la taglia su Maduro. In molti stanno evocando lo scenario che portò al rovesciamento di Noriega, e all'operazione stanno comunque arrivando vari appoggi, sia pure di diversa natura: Paesi Bassi, Francia, Trinidad e Tobago, Guyana, Ecuador, Paraguay. Maduro ha evocato l'improbabile mobilitazione di 4,5 milioni di miliziani, cifra che in realtà corrisponde a tutti i dipendenti pubblici del Venezuela. Ma venerdì ha anche fatto un discorso in cui ha evocato il 1902, quando il caudillo venezuelano di fronte a un blocco navale anglo-tedesco- italiano aveva offerto di dimettersi e di liberare i detenuti politici. Insomma, la logica della liberazione di De Grazia e della Assenzo è interna. Trentini è invece un italiano-italiano, nella lista di quegli altri detenuti stranieri che Maduro trattiene come presumibile merce di scambio con altri stati. Nel caso dell'Italia, a parte un riconoscimento della legittimità del voto del luglio 2024 che in realtà dovrebbe essere tutta la Ue a decidere, si parla insistentemente dell'Eni, e dei 2,1 miliardi di crediti che ha con la società petrolifera di stato venezuelana Pdvsa”. (26 ago - red)

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