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PRODI: L’EUROPA COSI’
SI STA SUICIDANDO

PRODI: L’EUROPA COSI’ <BR> SI STA SUICIDANDO

Ci troviamo dinanzi ad una deriva autoritaria, le democrazie diventano sempre più deboli e l'Europa appare come un vaso di coccio tra vasi di ferro. A Washington è stata “umiliata”. L'asse tra Trump e Putin è evidente e con la Cina si sta costruendo un nuovo assetto globale tripolare senza il Vecchio Continente. E’ la “decadenza dell'Occidente”. L'Europa allora o procede verso una vera integrazione oppure si “suicida”. Anche perché leadership europee non se ne vedono e Ursula von der Leyen “è costretta ad un ruolo da leader barometrico, come un ‘cucù’ che batte il tempo a seconda delle variazioni della pressione”. E anche l'Italia rischia lo slittamento autoritario perché “l'opposizione non esiste”. E’ l’analisi che Romano Prodi, ex premier ed ex presidente della Commissione Ue, affida ad una intervista a La Repubblica. “Putin e Trump, passo dopo passo, stanno concludendo un'intesa cui nessuno al mondo si può opporre”, “pensi all'Ucraina: un giorno Trump fa lo sfottò a Zelenski e il giorno dopo l'abbraccia, poi di nuovo lo sfottò e poi ancora l'abbraccio. Lo indebolisce. L'obiettivo finale è sempre l'accordo tra gli autoritarismi. E noi europei stiamo al gioco”, è “umiliante. Adagio adagio si assiste al cedimento delle democrazie, mentre l'avvicinamento dei grandi poteri sta portando al trilateralismo Cina, Stati Uniti, Russia. Che poi un è trilateralismo che si riduce ad un bipolarismo perché il rapporto Cina-Russia non si spezza”. Secondo Prodi “in pochi sulla stampa hanno dipinto l'incontro di Washington nelle cifre giuste. Ossia lo scolaretto Europa che prende lezione dal professore in cattedra”. E aggiunge: “La fine della supremazia occidentale la chiamo decadenza, ma i cinesi la sentono come un Rinascimento”, “Draghi fa un'analisi perfetta, ma si sofferma solo sulle soluzioni di tipo economico. Bisogna fare debito comune? Certo. Ma ancor più servono la difesa comune e la politica estera comune. Altrimenti restiamo vassalli. Dobbiamo fare politica”, “facciamo un grande referendum informale e chiediamo alle persone: volete un'Europa in grado di decidere? Volete togliere l'unanimità che è nemica della democrazia? Di fronte alle grandi scelte, la passione per l'Europa ritorna perché si fa politica solo se si affrontano i veri problemi. Bisogna scegliere di decidere, oppure andare a casa e fare dell'Unione europea un semplice trattato commerciale”. (27 ago - red)

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