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Il mondo in balìa del crimine transnazionale

Il mondo in balìa del crimine transnazionale

di Piero Innocenti

 Dovrebbe essere ormai ben chiaro che quando si parla di criminalità organizzata transnazionale non ci si riferisce ad un semplice problema di ordine pubblico e di sicurezza sociale ma ad una realtà che sta mettendo in grave pericolo la sopravvivenza  della democrazia, delle istituzioni e delle strutture della società civile di quasi tutti i paesi del mondo.
E’ addirittura del 2008 la proposta di introdurre in UE il reato di crimine organizzato transnazionale ma le resistenze sono state tante,  dovute essenzialmente a scarsa sensibilità e attenzione sul tema che, pare, possa essere riproposto all’inizio del 2026. Nessuna delle molteplici facce del fenomeno può essere sottovalutata o trascurata: le prospettive sono molto preoccupanti e lo sono ancor di più in tutti quei paesi dove non c’è un livello soddisfacente di democrazia.
Basti pensare ai paesi dell’Africa,  dell’Asia, del Medio Oriente, dell’America Latina, che presentano una instabilità endemica che ha favorito enormemente i giochi e gli interessi delle multinazionali del crimine.
Non sono oggetto di queste brevi riflessioni le potenzialità economiche e finanziarie della criminalità organizzata, che sono enormi. Solo una piccola considerazione sui gravi problemi indotti dal riciclaggio dei profitti illeciti che continueranno ad inquinare l’economia e la finanza mondiale punteggiata dai tanti “paradisi fiscali” e “bancari” e da governi “resistenti” ad applicare misure repressive per il timore che le restrizioni comportino, a livello economico e sociale, ripercussioni negative (fuga di capitali, caduta della domanda interna, aumento della disoccupazione, disordini sociali).
Se veramente si vuole contrastare  la mondializzazione delle mafie il terreno è quello della cooperazione  seria, della lotta agli squilibri nei livelli di sviluppo e di ricchezza tra gli Stati del mondo. E’ il tema globale, complesso e grandioso, dei rapporti di collaborazione a livello internazionale. E’ il compito che lasciamo alle future generazioni,  la “madre” di tutte le  questioni di grande portata storica dell’epoca tormentata che stiamo vivendo: lo sviluppo del terzo mondo, il rapporto nord-sud, le discriminazioni razziali ed economiche a livello di popoli, di nazioni, di continenti; il tema della pace e della guerra.
Di fronte a compiti così impegnativi può sembrare improprio- perché inadeguato – qualsiasi sforzo, qualsiasi operare. Ma non è così. Le menti criminali sono anch’esse umane e imperfette e il loro mondo è altrettanto diviso e conflittuale. Anche i piccoli successi quotidiani dei giudici e delle polizie nel mondo sono fatti importanti nel  quadro di un processo reale di sviluppo delle politiche globali che vengono elaborate sui tavoli comunitari. Spiace dover concludere queste sintetiche riflessioni con una forte nota di pessimismo perché, da molti anni ormai, la situazione non si è evoluta se non in senso negativo. Oggi il drammatico contesto politico internazionale non lascia intravedere alcuna possibilità di cambiamento della tendenza.

(© 9Colonne - citare la fonte)