L'apprendimento dell'inglese è in generale uno dei settori dell'istruzione in cui i genitori investono maggiormente in termini di denaro, tempo ed energie. E non solo per garantire ai figli migliori opportunità di lavoro, ma anche per offrire un’educazione aperta agli scambi internazionali, per aumentare le possibilità di accesso alla formazione universitaria e, non ultimo, per supplire alle carenze scolastiche.
È quanto emerso nel recente Studio “Qualità dell’insegnamento della lingua inglese nella scuola pubblica” condotto dalla piattaforma educativa Novakid, specializzata in corsi di inglese online per bambini dai 4 ai 12 anni e presente in 50 Paesi del Mondo.
Il sondaggio è stato effettuato su un campione di 1500 genitori in Italia, Polonia, Romania, Turchia e Cile. Il 49% degli intervistati si è dichiarato soddisfatto della qualità dell’insegnamento dell’inglese nella scuola pubblica, il 22% si è detto neutrale e il 29% non soddisfatto.
Le due principali fonti di insoddisfazione sono i metodi di insegnamento (35,3%) e il numero di ore dedicate alle lezioni (28,9%). Per questo quasi un terzo del campione intervistato ha scelto di integrare il programma scolastico con corsi e attività extra. Nonostante ciò, si riscontra però un discreto ottimismo nei confronti della scuola e, a parte la Turchia, la percentuale di “abbastanza” ottimisti oscilla tra il 34% e il 44%.
Garantire migliori prospettive di lavoro è indicata come la motivazione principale per imparare l'inglese in tutti i Paesi oggetto dell'indagine, con una percentuale che varia dal 35% al 42% degli intervistati.
I dati in Italia: forte polarizzazione tra i genitori
I risultati più polarizzati si sono registrati in Italia dove il 56% ha espresso opinioni positive e molto positive, l’11% si è dichiarato neutrale e il 33% è risultato insoddisfatto della qualità dell’inglese insegnato a scuola.
Polarizzazione che si conferma anche nel confronto tra passato e presente della scuola. Infatti il 40% dichiara di aver riscontrato un miglioramento nella qualità dell’insegnamento dell’inglese a scuola, mentre 46% non si esprime e il 15% ravvisa invece un peggioramento.
Quali aspetti dell’inglese scolastico non soddisfano i genitori?
In Italia a destare insoddisfazione sono soprattutto i metodi di insegnamento (54%) e il poco tempo dedicato alla materia all’interno dell’orario scolastico (47%). In percentuali più basse, anche i materiali didattici in uso (17%) e gli insegnanti stessi (28%) risultano poco soddisfacenti. In generale, però, c’è una buona percentuale di genitori ottimisti (44%) e addirittura molto ottimisti (7%) sul futuro dell’inglese a scuola: percentuale che ci colloca 7 punti sopra la media complessiva.
App, corsi e insegnanti privati: come i genitori supportano i figli nell’inglese
L'insoddisfazione per la qualità e i metodi di insegnamento spinge un genitore su tre a cercare soluzioni esterne, in particolare strumenti digitali. A sorpresa, tra le prime soluzioni indicate ci sono proprio le App e le risorse online per lo studio autonomo (usate dal 37% degli intervistati), probabilmente viste come la soluzione più comoda e accessibile anche in termini di costi. Un restante 33% sfrutta invece le proprie competenze, il 21% si affida a corsi, il 17% a tutor privati e solo il 12% si consulta con gli insegnanti della scuola.
Complessivamente oltre l’80% dei genitori che ricorre alle suddette attività extra scolastiche le giudica efficaci e molto efficaci.
Perché e quanto investono i genitori italiani nello studio dell’inglese
Al di là dell’insoddisfazione per i metodi e i programmi scolastici (23% degli intervistati), è emerso che la ragione principale per cui i genitori investono nell’inglese è la volontà di garantire ai figli migliori prospettive di lavoro futuro (41% degli intervistati). A seguire, altro fattore determinante è la percezione che l’inglese sia una discriminante per l’accesso alla formazione universitaria (20%) e che apra le porte a nuove relazioni e scambi internazionali (17%).
Relativamente alla disponibilità di spesa per migliorare l’apprendimento dell’inglese dei propri figli, il 35% dei genitori italiani si è detto disposto a investire fino a 1.000 euro all’anno mentre il 30% arriva solo fino a 500 euro. Scende al 23% la percentuale di chi spenderebbe tra i 1000 e i 3000 euro annui, mentre solo l’8% è intenzionato a spendere tra i 3000 e i 5000, cifra oltre la quale la disponibilità scende al 4%.
Si può, dunque, concludere che per i genitori italiani l'investimento nell'inglese è senza dubbio un'opportunità per dotare i figli di strumenti essenziali per affrontare un futuro incerto, ma pieno di possibilità. In un mondo sempre più globalizzato, la conoscenza dell'inglese è percepita come una risorsa preziosa per affrontare con successo le sfide del futuro, sia a livello professionale che personale.(red)
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