Almeno 17 persone, tra cui diversi bambini, sono state uccise nelle ultime ore nei bombardamenti israeliani su Gaza. Lo riferiscono fonti mediche locali, secondo cui 14 vittime si registrano nella città di Gaza, dove i raid hanno colpito quartieri densamente popolati come Shati, Sheikh Radwan e Daraj. Una delle vittime sarebbe stata colpita a colpi di arma da fuoco mentre attendeva aiuti nella zona centrale dell’enclave.
Secondo la Difesa civile palestinese, da agosto circa 450.000 persone – la metà della popolazione di Gaza City – hanno abbandonato l’area in seguito all’offensiva israeliana. Nonostante gli ordini di evacuazione, migliaia di famiglie restano intrappolate, prive di luoghi sicuri in cui rifugiarsi, mentre i soccorritori denunciano difficoltà a raggiungere i feriti sotto le macerie.
Tra i raid più gravi, un attacco nel quartiere di Tuffah ha colpito un’abitazione, uccidendo almeno quattro persone e ferendone molte altre. A Nuseirat, nel centro di Gaza, fonti locali parlano di famiglie colpite all’interno delle proprie case.
Sul piano diplomatico, il Ministero degli Esteri palestinese ha accolto con favore la decisione del Portogallo di riconoscere lo Stato di Palestina, definendola una “scelta coraggiosa” a sostegno della soluzione dei due Stati, e ha invitato altri governi a seguire l’esempio.
Intanto, negli Stati Uniti, secondo il Wall Street Journal, l’amministrazione Trump starebbe cercando l’approvazione del Congresso per una maxi vendita di armi a Israele da oltre 6 miliardi di dollari, che includerebbe elicotteri Apache e migliaia di veicoli corazzati.
Sul fronte culturale cresce il movimento di boicottaggio di Israele: numerosi artisti e attori, da Emma Stone a Joaquin Phoenix, hanno firmato appelli per interrompere i rapporti con istituzioni israeliane “coinvolte nel genocidio”. Ai festival internazionali e agli Emmy Awards diversi protagonisti hanno lanciato appelli per Gaza, mentre gruppi come i Massive Attack hanno aderito al collettivo No Music for Genocide.
L’insieme di questi eventi conferma come la guerra a Gaza stia generando non solo nuove vittime e sfollati, ma anche un’onda crescente di pressioni politiche e culturali a livello globale.
(© 9Colonne - citare la fonte)