La capitale delle Filippine, Manila, è stata teatro di una delle più imponenti manifestazioni degli ultimi anni, con oltre 30.000 persone scese in strada per denunciare la corruzione dilagante nei progetti governativi di controllo delle inondazioni.
La “Marcia dei trilioni di peso”, organizzata da Tindig Pilipinas insieme a gruppi religiosi, sindacati, organizzazioni della società civile e coalizioni politiche, ha visto migliaia di cittadini radunarsi al People Power Monument lungo l’EDSA, simbolo storico della democrazia filippina.
Kiko Aquino-Dee, co-organizzatore della marcia, aveva annunciato una partecipazione stimata di 30.000 persone, ma il numero effettivo ha superato le aspettative. In parallelo, un’altra manifestazione si è svolta a Luneta, organizzata da studenti e gruppi di attivisti. Sebbene separate, le due proteste hanno condiviso lo stesso spirito di solidarietà e la richiesta di un cambiamento radicale.
Alla base dell’indignazione popolare vi è uno scandalo che coinvolge legislatori, funzionari e imprenditori accusati di aver intascato tangenti milionarie da progetti infrastrutturali destinati al controllo delle inondazioni. Le accuse hanno scatenato una reazione collettiva che ha travalicato le divisioni politiche e sociali, trasformandosi in una richiesta corale di giustizia.