Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Icone pop negli scaatti di Angelo Frontoni

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Icone pop negli scaatti di Angelo Frontoni

MUSEO NAZIONALE CINEMA, MOSTRA ANGELO FRONTONI SU ICONE POP

Il Museo Nazionale del Cinema di Torino presenta fino al 9 marzo la mostra fotografica “Pazza Idena. Oltre il ‘68: icone pop nelle fotografie di Angelo Frontoni”, a cura di Carlo Chatrian con Roberta Basano ed Elena Boux, un avvincente racconto degli anni Settanta e Ottanta visti attraverso l’obiettivo del fotografo che, con eleganza e ironia, ha saputo cogliere e catturare lo spirito e le contraddizioni di quegli anni.  “Siamo particolarmente orgogliosi di questa mostra, perché ci permette di valorizzare il nostro Archivio Angelo Frontoni, da cui queste immagini sono tratte – sottolinea Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema -. Questo progetto racconta anche il Museo e le persone che ci lavorano, perché è stato concepito e realizzato dalla nostra fondazione: non viene solo mostrato l’eccezionale patrimonio fotografico custodito ma anche la dimensione umana e professionale di chi ogni giorno contribuisce a renderlo vivo e accessibile”. Il percorso espositivo parte dall’Aula del Tempio, dove il visitatore viene accolto da 3 schermi giganti in tripolina posizionati a 18 metri di altezza intorno all’ascensore panoramico: qui prendono vita alcuni dei ritratti in mostra che sembrano fluttuare nella cupola della Mole Antonelliana, in dialogo con i grandi schermi che contemporaneamente propongono un montaggio di film che vedono protagonisti gli artisti ritratti.  Lungo la Rampa Elicoidale, 200 fotografie ritraggono 62 artisti nazionali e internazionali e accompagnano i visitatori in un viaggio per immagini che dal 1968 arriva alla fine degli anni ‘80. Due decenni di grande trasformazione sociale e politica, ben raccontati e interpretati dai protagonisti di quegli anni, attori, cantanti e modelle. Da Jane Fonda a Brigitte Bardot, da Jane Birkin a Claudia Cardinale, da Fabio Testi a Ringo Starr, da Elsa Martinelli a Marisa Mell, da Ilona Staller a Moana Pozzi, da Edwige Fenech alle sorelle Kessler, da Loredana Berté a Ornella Vanoni e Raffaella Carrà, per poi finire - o incominciare - con Patty Pravo. Angelo Frontoni, con il suo inconfondibile gusto barocco, sempre ai limiti dell’eccesso, ha ritratto star del cinema, della TV e della moda. Nei suoi scatti, pubblicati su riviste e testate nazionali e internazionali, la seduzione si fonde con l’ironia del suo sguardo, provocazione e dolcezza convivono in un equilibrio sorprendente, e oggi queste immagini ci raccontano la storia dello spettacolo di un’epoca e, soprattutto, i desideri e le fantasie di una generazione. Le fotografie, riprodotte digitalmente da diapositive originali nei formati 35mm, 6x6 e 6x9 cm, si presentano come istantanee vive e attuali, capaci ancora oggi di interrogare lo sguardo contemporaneo. La mostra non si limita a raccontare un’epoca ma vuole anche creare un dialogo su temi quale l’identità di genere, la provocazione, la trasgressione e l’esposizione del proprio corpo, una sorta di ponte tra le nuove generazioni e chi ha vissuto quegli anni, invitando a riflettere su ciò che resta e su come lo sguardo di epoche diverse possa trasformare la percezione dello stesso soggetto.  (red)

 

 

A TRIESTE L’ULTIMA TAPPA DELLA MOSTRA SU TOLKIEN

Dopo il grande successo di Roma, Napoli, Torino e Catania, Trieste ospita fino all’11 gennaio, al Salone degli Incanti – su forte impulso del Comune di Trieste – la grande mostra dedicata a John Ronald Reuel Tolkien, creatore della celebre epopea della Terra di Mezzo che ha plasmato un nuovo immaginario per il mondo contemporaneo e lo ha reso uno degli autori più letti del pianeta. "Tolkien. Uomo, Professore, Autore" ne contempla il percorso umano, il processo creativo, la potenza evocativa, la visionarietà poetica: un viaggio senza eguali nel mito, che trasformerà lo spazio espositivo nella Terra di Mezzo, la sua immaginifica realtà alternativa. Geografia, lingue e storia del mondo secondario, ma anche indagine di uomo, Tolkien, rivelato in tutta la sua fascinosa complessità.  Attraverso la commistione di parole e immagini, il focus è sulla modernità del pensiero del riverito accademico, appassionato studioso della lingua inglese antica, che ha raggiunto fama planetaria con Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit e Il Silmarillion. La conoscenza della sua vita e l’immersione nell’universo da lui creato si realizzano mediante un articolato percorso espositivo tra libri autografi, lettere, memorabilia, fotografie e opere d’arte ispirate dalle visioni letterarie di un autore unico e poliedrico. Uomo del suo tempo, linguista e filologo, il Professore di Oxford viene raccontato nella sua complessità artistica e umana.  Promossa dal Ministero della Cultura con la collaborazione dell’Università di Oxford, è realizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare con l’associazione culturale Costruire Cultura, con la curatela di Oronzo Cilli e la co-curatela e l’organizzazione di Alessandro Nicosia, la mostra - che con Trieste arriva alla sua ultima tappa - è la più importante retrospettiva del suo genere in Italia per spettacolarità, dimensioni, materiali inediti esposti e autorevolezza delle istituzioni internazionali coinvolte. (redm)

MOSTRE, A TORINO VEDOVA IN DIALOGO CON TINTORETTO

Fino al 12 gennaio Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino e la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova di Venezia presentano la mostra “Vedova Tintoretto. In dialogo” a cura di Gabriella Belli e Giovanni Carlo Federico Villa. Un eccezionale percorso espositivo concepito per accostare l’arte di due grandi pittori veneziani, ciascuno tra i massimi interpreti della propria epoca – Jacomo Robusti detto il Tintoretto (Venezia, 1518-1594) ed Emilio Vedova (Venezia, 1919-2006) – letti in parallelo, così da affrontare lo sviluppo dell’opera di Vedova nel suo confronto con quello che è stato il maestro d’elezione, indagando similitudini e temi consonanti (o dissonanti) alla base delle singole scelte espressive. Tintoretto è stato fondativo per la formazione artistica di Vedova e la mostra a Palazzo Madama sottolinea l’impeto e la forza dell’articolato rapporto che lega i due artisti attraverso l’accostamento di capolavori del maestro rinascimentale e dell’artista informale. Il progetto dell’esposizione prende avvio dalla straordinaria opportunità di ospitare a Torino una delle opere conclusive, e paradigmatiche, della parabola umana e artistica di Tintoretto: l’Autoritratto del 1588, in prestito dal Musée du Louvre. Una tela che è stata più di un modello iconografico, rappresentando, come si evince dalle interpretazioni di Edouard Manet – che la replica e la considera il più bel quadro al mondo – e dagli scritti di Jean-Paul Sartre, una sorta di identificazione poetica e concettuale per molti artisti. (red)

 

OMAGGIO A CARLO LEVI: SESSANTA OPERE IN MOSTRA ALLA GALLERIA D’ARTE MODERNA DI ROMA 

La Galleria d’Arte Moderna di Roma (via Francesco Crispi 24) ospita fino al 2 novembre la mostra “Omaggio a Carlo Levi. L’amicizia con Piero Martina e i sentieri del collezionismo”, un tributo al pittore, scrittore e intellettuale antifascista a cinquant’anni dalla scomparsa e all’amicizia con il pittore Piero Martina. In esposizione oltre sessanta opere dei due artisti, dagli anni Venti al secondo dopoguerra, con una sezione speciale dedicata alla Collezione Angelina De Lipsis Spallone che presenta diciannove dipinti di Levi per la prima volta al pubblico. Il programma si arricchisce di tre incontri: il 25 settembre un dibattito sull’esperienza museale tra reale e virtuale, il 10 ottobre lo spettacolo “Carlo Levi tra suono e parole” con letture e musica, e il 15 ottobre la presentazione del catalogo ufficiale della mostra. L’iniziativa è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con Fondazione Carlo Levi, Archivio Piero Martina. (sof)



UN VIAGGIO INTIMO NELLA MEMORIA: LA MOSTRA DI JULIETTE WAYENBERG A ROMA
Un filo blu attraversa ricordi familiari, fotografie d’epoca e vissuto personale: è il nucleo di “Grete (Wykofer)”, la mostra personale di Juliette Wayenberg, a cura di Bianca Ceriani, che inaugura venerdì 26 settembre alle ore 17.30 alla Galleria Zema (via Giulia 201, Roma) e sarà visitabile fino al 15 novembre. L’artista ripercorre la propria genealogia rielaborando archivi familiari attraverso la cianotipia, una tecnica fotografica ottocentesca che utilizza sali ferrici fotosensibili e che, a contatto con la luce solare, restituisce immagini in caratteristici toni blu. Wayenberg alterna ingrandimenti, viraggi e scoloriture, ottenendo opere che oscillano tra delicate sfumature e contrasti intensi, trasformando la memoria privata in un racconto visivo collettivo. «C’è un filo invisibile che attraversa il tempo e unisce il passato al presente», scrive la curatrice Bianca Ceriani, «è il filo delle genealogie familiari, della memoria che resiste e della Storia che ritorna – con le sue ferite, le sue tensioni, le sue inquietudini mai sopite». In questo intreccio emergono non solo le fotografie degli avi, ma anche eventi storici, ricordi di famiglia e riflessioni intime dell’artista sulla maternità in un mondo attraversato da guerre e bombardamenti. (sof)


DAL MAUSOLEO AL MUSEO: LA MOSTRA CHE RACCONTA LA RINASCITA DI CASTEL SANT’ANGELO


Resterà aperta al pubblico fino al 15 febbraio nelle sale monumentali di Castel Sant’Angelo (Roma) la mostra “Castel Sant’Angelo 1911–1925. L’alba di un museo”. L’esposizione celebra il centenario del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo (1925–2025), rievocando le origini di un’istituzione che ha restituito al monumento – nato come mausoleo imperiale e trasformato nei secoli in fortezza, residenza papale, carcere e caserma – la sua vocazione culturale. Le radici del progetto risalgono all’Esposizione del 1911, quando il Castello fu trasformato in spazio espositivo per una grande mostra sull’arte italiana, sperimentale e narrativa, che segnò la sua riconfigurazione. L’allestimento attuale ripropone quelle atmosfere in chiave contemporanea, offrendo un omaggio alla nascita del museo e alla sua missione di valorizzazione. A cura di Luca Mercuri, Direttore ad interim del Pantheon e Castel Sant’Angelo – Direzione Musei nazionali della città di Roma, con il contributo di un comitato scientifico composto da Matilde Amaturo, Luigi Gallo, Ilaria Miarelli Mariani e Mario Scalini. (sof)

ARTE E FUTURO: IL VITTORIALE DI BRESCIA ANNUNCIA RESTAURI E NUOVE MOSTRE


Un pomeriggio di arte, luce e memoria segna l’avvio della nuova stagione espositiva al Vittoriale degli Italiani. Sabato 27 settembre dalle ore 17.00, il complesso di Gardone Riviera (Brescia) apre le porte con la festa dal titolo “Desidero che questo lavoro sia fatto sollecitamente”. L’ingresso al parco sarà gratuito e il pubblico potrà assistere all’inaugurazione di mostre, alla presentazione di una scultura luminosa e all’annuncio di importanti interventi di restauro. Protagonista è la personale “E la nave va” di Dante Ferretti, scenografo e costumista tre volte Premio Oscar, ampliata con nuove opere allestite anche al MAS – Museo d’Annunzio Segreto. In mostra bozzetti, disegni e collage che raccontano la sua carriera internazionale accanto a registi come Pasolini, Fellini, Tim Burton e Martin Scorsese. La mostra, curata da Giordano Bruno Guerri e Pietro Di Natale con Il Cigno Arte, resterà visitabile fino al 1° marzo 2026. Altre due esposizioni arricchiscono il programma: “Cercami. Chiaroscuri al Vittoriale” della fotografa Lara Campostrini, un percorso in bianco e nero che ridisegna il parco attraverso prospettive inattese, e “Stanze” di Emanuele Gregolin, a cura di Pengpeng Wang, viaggio intimo tra architettura e memoria. Entrambe saranno aperte fino al 1° marzo 2026. La giornata vedrà inoltre la presentazione della scultura luminosa “Vate” di Marco Lodola, artista del Nuovo Futurismo, e l’annuncio di due restauri fondamentali: l’Auditorium e il Mausoleo. I lavori saranno conclusi entro il 6 marzo 2026. (sof)

“MATERIA, COMPOSIZIONE, ARCHITETTURA”: MARIA CRISTINA A MILANO


È la materia, nelle sue infinite trasformazioni, la vera protagonista della personale “Maria Cristina Carlini. Materia, Composizione, Architettura”, alla Paula Seegy Gallery (via San Maurilio 14, Milano) fino all’8 novembre. La mostra raccoglie un nucleo significativo di sculture, collage e grandi disegni a tecnica mista, testimoni della ricerca che da decenni vede Maria Cristina Carlini tra le voci più autorevoli della scultura contemporanea italiana. Le opere in grès, come “Paesaggio etrusco” (2004) e “Verso l’infinito” (2010), esprimono la forza della terra e il dialogo costante tra memoria e futuro: quest’ultima, con la sua scala che si perde verso l’ignoto, diventa metafora di un viaggio oltre il presente. Accanto a questi lavori si inserisce l’inedita “Origine” (2025), che intreccia richiami naturali e riflessione ecologica. Completano il percorso opere su carta, legno e materiali di recupero che evocano architetture, monumenti e paesaggi interiori, fino alla serie “Omaggio a Kiefer” (2023), in cui l’artista dialoga idealmente con il maestro tedesco sui temi del tempo e della memoria. Ne emerge un linguaggio coerente e potente, capace di trasformare la materia in racconto poetico e universale. (sof)

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