È durata poche ore la vita del governo francese. Il giorno dopo aver annunciato la composizione del suo governo, Sébastien Lecornu ha presentato le sue dimissioni a Emmanuel Macron, che le ha accettate, ha annunciato l'Eliseo in una concisa dichiarazione. “Non si può essere Primo Ministro quando non ci sono le condizioni”, ha dichiarato Lecornu da Matignon, rivendicando di aver “cercato di tracciare un percorso su questioni che erano state oggetto di blocchi”, come l'assicurazione contro la disoccupazione e la previdenza sociale, per “rilanciare la gestione congiunta” e “costruire una tabella di marcia” con un nucleo di proposte comuni da portare avanti.
Intervistato da BFM-TV subito dopo l'annuncio delle dimissioni di Lecornu, il presidente del Raggruppamento Nazionale (RN), Jordan Bardella, ha sottolineato che “l'effimero primo ministro non aveva alcun margine di manovra” e che “Non potrà esserci alcuna stabilità senza un ritorno alle urne e senza lo scioglimento dell'Assemblea nazionale”. Da parte sua, la presidente del gruppo La France Insoumise (LFI) all'Assemblea Nazionale, Mathilde Panot, ha lamentato “tre primi ministri sconfitti in meno di un anno”. Dunque, ha scritto su X, “Il conto alla rovescia è iniziato. Macron deve andarsene”. Sulla stessa lunghezza d’onda il leader di LFI, Jean-Luc Mélenchon, il quale ha chiesto una “revisione immediata” della mozione di impeachment presentata contro Macron. (6 OTT - deg)
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