Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

TAJANI: ITALIA PRONTA
A FARE LA SUA PARTE

TAJANI: ITALIA PRONTA <BR> A FARE LA SUA PARTE

“Adesso vogliamo continuare a lavorare per costruire e rafforzare questa tregua, per trasformarla in una pace più solida. Due obiettavi molto chiari: mantenere sempre vivo il dialogo tra le parti e alleviare per quanto possibile le sofferenze della popolazione civile palestinese. Abbiamo potuto svolgere un ruolo attivo perché in questi mesi abbiamo preservato canali di dialogo sia con Israele sia con l'Autorità Nazionale Palestinese. Napoli oggi sarà una tappa di un lavoro diplomatico che ritrova forza. E il prossimo 7 novembre Abu Mazen sarà a Roma”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani, in una intervista al Mattino, sui "Dialoghi del Mediterraneo" che portano oggi a Napoli la ministra degli Esteri della Palestina ed il suo omologo israeliano Saar. “L’Italia è pronta a fare la sua parte – aggiunge -. La presenza del presidente Meloni lunedì scorso a Sharm el Sheikh per la firma degli accordi di pace testimonia che il nostro Paese ha svolto un ruolo riconosciuto e apprezzato da tutti i nostri partner, a partire dagli Stati Uniti. Me lo ha detto direttamente al telefono il Segretario di Stato Marco Rubio, che ha apprezzato la posizione equilibrata mantenuta dal Governo in questi mesi. Me ne avevano dato atto anche i ministri degli Esteri dei Paesi arabi che, insieme ai principali partner europei, avevo incontrato a Parigi solo pochi giorni fa. Per seguire tutti questi aspetti, ho nominato l'ambasciatore Bruno Archi nuovo inviato speciale per la ricostruzione di Gaza, inclusi gli aspetti umanitari. Sarà il punto di riferimento per questo tema cruciale e farà da raccordo a livello tecnico con istituzioni, amministrazioni locali, settore privato, società civile. Ieri abbiamo svolto una prima riunione operativa su Gaza a Palazzo Chigi con tutti i ministeri. Faremo al più presto il più massiccio invio di aiuti alimentari mai fatto dall'inizio del nostro piano. Partiremo da "Food for Gaza", ma poi dobbiamo passare al tema cure sanitarie e riabilitazioni delle strutture di Gaza”.  Inoltre evidenzia che “i nostri militari sono ovunque apprezzati portatori di pace, la loro professionalità, la loro umanità, la loro capacità diplomatica ne fanno una vera eccellenza italiana: in Libano, in Kosovo, in Africa svolgono un ruolo prezioso, riconosciuti da tutti. I nostri Carabinieri sono presenti in Palestina dal 2013 con una missione bilaterale di addestramento, e partecipano a due importanti missioni europee. Hanno maturato una profonda conoscenza della realtà locale, che possono mettere al servizio della popolazione di Gaza e della pace la loro abnegazione e la loro competenza”. Ricorda inoltre che “già dallo scorso anno abbiamo finanziato con 5 milioni la pianificazione per la ricostruzione da parte dell'Autorità Nazionale Palestinese, mettendo a disposizione dell'Onu ricercatori dell'Università di Venezia. Una missione tecnica della Cooperazione italiana sarà a Ramallah nei prossimi giorni per proseguire nel raccordo con l'Anp. In questa fase è fondamentale portare assistenza immediata alla popolazione. Per questo lavoriamo per rafforzare e ampliare "Food for Gaza" coinvolgendo tutte le migliori forze del Sistema Italia, che ho voluto riunire al Ministero all'indomani della cerimonia di Sharm El Sheik. La nostra filiera dell'agroalimentare che ha già messo a disposizione 100 tonnellate di aiuti che porteremo presto a Gaza. Abbiamo già definito un primo pacchetto di aiuti da 60 milioni di euro dedicato alla sicurezza alimentare, alla sanità, all'assistenza di malati, feriti, mutilati, e in tema di formazione, per sostenere la costruzione della nuova leadership palestinese. In questi mesi terribili abbiamo consentito l'ingresso nel nostro Paese a più di 1.100 persone provenienti dalla Striscia, tra evacuazioni sanitarie, ricongiungimenti familiari e studenti. Siamo determinati a proseguire il nostro impegno per far venire in Italia i bambini bisognosi di cure — ne sono già arrivati 196, mentre la guerra infuriava - e gli studenti desiderosi di proseguire nelle nostre università il loro percorso di studi”. (16 ott - red)

(© 9Colonne - citare la fonte)