Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Femminicidi, Valente: bene convergenze, ma politica vada sempre nella giusta direzione

Roma, 16 ott – “Donne, diritti e violenza maschile: le frontiere di un nuovo attacco?” il titolo del convegno promosso nella Sala Koch del Senato dalla senatrice Pd Valeria Valente, componente della Commissione Femminicidio, di cui è stata presidente nella passata legislatura. “Il nuovo attacco – spiega - è tentare addirittura, in alcune circostanze lo abbiamo visto in maniera esplicita, di neutralizzare la violenza maschile contro le donne, ovvero asserire che c'è una violenza maschile agita dagli uomini contro le donne ma c'è anche una violenza agita dalle donne verso gli uomini. Io direi che il caso di ieri, se guardato con occhi e lenti giuste, quindi con la capacità di leggere correttamente il fenomeno, non può che raccontarci che quando parliamo di violenza maschile contro le donne parliamo di una violenza specifica: nulla da togliere alla gravità di tutti gli altri tipi di violenza che sono tutti ugualmente condannabili, ma la violenza maschile contro le donne ha una matrice definita e particolare, l'espressione di una asimmetria di potere”. Al convegno, a cui ha assistito la segretaria dem Elly Schlein, hanno portato la loro testimonianza, tra gli altri, Olivia Guaraldo, Università degli studi di Verona; Marina Calloni, Università degli Studi di Milano; Fabrizia Giuliani, Università di Roma La Sapienza; Francesco Menditto, già Procuratore della Repubblica di Tivoli; Fabio Roia Presidente del Tribunale di Milano. Quello che è accaduto ieri a Milano, continua Valente citando il femminicidio della 29enne Pamela Genini, “racconta di una asimmetria di potere nella relazione e nella società. Gli uomini agiscono per negare la libertà alle donne, agiscono con violenza e cultura del dominio, del possesso e della sopraffazione. Nulla di tutto ciò nella violenza, infinitesimamente più piccola in termini numerici, che viene agita a talvolta da alcune donne nei confronti uomini. Sono due fenomeni non paragonabili né per numeri né per tipo di violenza”. “Questo – ribadisce la senatrice dem - noi lo vogliamo affermare con forza e vogliamo con altrettanta forza dire che non è accettabile che la politica, in un giorno come quello di ieri, possa pensare di mettere il divieto nelle scuole di educare i nostri ragazzi a una corretta relazione all'affettività e alla sessualità. È una cosa che grida vendetta, è una scelta assolutamente irragionevole, inaccettabile e irresponsabile. Così come lo è per esempio quella di togliere il divieto di manifestazioni e pubblicità sessiste. Sono tutte scelte nella stessa logica. Allora noi diciamo che la politica deve costruire buone pagine di buona politica, come quando costruiamo le convergenze necessarie: lo abbiamo fatto nel Ddl Femminicidio, ma bisogna sempre andare nella stessa direzione. Altrimenti anche quelle scelte diventano scelte esclusivamente strumentali e simboliche”. Secondo la senatrice dem “bisogna continuare invece nella strada di affrontare il fenomeno della violenza maschile contro le donne per quello che è, e soprattutto rafforzare gli strumenti e le reti a supporto. A partire dai centri antiviolenza e dalla preziosa opera di sostegno e di tutela alle donne che fanno le operatrici dei centri antiviolenza, insieme a quello che le operatrici dei centri antiviolenza ci hanno insegnato in questi anni. Cioè una corretta lettura dei rapporti storicamente diseguali di forza nella relazione e quindi quello che è l'anteposto della violenza maschile contro le donne”. “Ascoltiamole di più – conclude Valente - la giornata di oggi è anche questo, è un confronto con le reti e con i centri con una particolarità, partire dal valore scientifico riconosciuto dal mondo accademico a questa lettura. Non è una questione di approccio ideologico femminista, le università ci dicono che questa lettura è una lettura corretta, è una lettura giusta ed è l'unica lettura possibile di questa violenza. Ce lo dicono i giudici che ogni giorno, nelle aule di giustizia, hanno a che fare con episodi di violenza e soprattutto le operatrici dei centri, che ci raccontano cosa significa accogliere le donne, proteggerle ma soprattutto portarle verso la libertà e verso l'affermazione dei loro diritti”. (PO / Roc) ////

(© 9Colonne - citare la fonte)