“La dinamica salariale negativa dell’ultimo decennio vede ora segnali di inversione di marcia. Ben sappiamo come i salari siano stati lo strumento principe nel nostro Paese per ridurre le disuguaglianze, per un equo godimento dei frutti offerti dall’innovazione, dal progresso. È una questione che non può essere elusa perché riguarda in particolare il futuro dei nostri giovani, troppi dei quali sono spinti all’emigrazione. Questa strada, spesso sofferta, viene prescelta, talvolta, per la difficoltà di trovare lavoro e, sovente, a causa del basso livello retributivo di primo ingresso nel mondo del lavoro”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella cerimonia di consegna delle Stelle al Merito del Lavoro per l'anno 2025, nella cerimonia che si è svolta questa mattina al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nel Salone dei Corazzieri sono intervenuti il presidente della Federazione Nazionale Maestri del Lavoro, Elio Giovati e il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone. Il presidente Mattarella, coadiuvato dal Ministro Calderone, ha quindi consegnato le Stelle al Merito del Lavoro per l'anno 2025. Al termine della cerimonia il Capo dello Stato ha pronunciato un discorso. Erano presenti il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, il vice presidente del Senato della Repubblica, Gian Marco Centinaio e il presidente della Corte Costituzionale, Giovanni Amoroso. “Richiamano – continua il capo dello Stato - l’attenzione i risultati di una recente indagine di Confcommercio che ha posto in luce il preoccupante fenomeno della crescita dei cosiddetti ‘contratti pirata’. Oltre mille i contratti collettivi nazionali di lavoro depositati al Cnel: duecentocinquanta nei soli settori del turismo e del terziario. Tra questi, vi sono contratti firmati da rappresentanze sindacali e datoriali scarsamente rappresentative, con vere e proprie forme di dumping contrattuale che hanno l’effetto di ridurre i diritti e le tutele dei lavoratori, di abbassare i livelli salariali, di provocare concorrenza sleale fra imprese. Dinamiche di mercato concorrono ad ampliare questi squilibri nelle retribuzioni. Ne nasce un aspetto a cui non si può sfuggire quando tante famiglie sono sospinte sotto la soglia di povertà nonostante il lavoro di almeno uno dei componenti, mentre invece super manager godono di remunerazioni centinaia, o persino migliaia di volte superiori a quelle di dipendenti delle imprese” conclude Mattarella. (Roc)
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