Roma, 29 ott - "Il risultato più importante della ricerca è sicuramente il fatto che i centri antiviolenza svolgono un ruolo fondamentale per la prevenzione della violenza di genere sul territorio, non sono abbastanza tuttavia, c'è bisogno di aumentare la copertura territoriale dei Cav sul territorio, c'è bisogno di continuare a finanziarli sempre preservando la loro autonomia, quindi ci sarebbe bisogno di incentivare ulteriori aperture e migliorare il finanziamento di centri antiviolenza". Così Costanza Giannantoni, ricercatrice post-doc La Sapienza, autrice insieme ad Augusto Cerqua e Marco Letta, entrambi professori associati dell'ateneo romano, della ricerca “Femicides, Anti-violence Centers and Policy Targeting”, i cui risultati sono stati presentati stamattina a Palazzo Madama su iniziativa della senatrice dem Cecilia D'Elia, vicepresidente della Commissione Femminicidio. "In relazione a tutto ciò - aggiunge la ricercatrice - però i Cav non bastano, c'è bisogno di fare di più, c'è bisogno di intervenire sulla prevenzione primaria del fenomeno della violenza di genere, con interventi più di lungo periodo, quindi maggiore educazione e prevenzione nelle scuole e nei luoghi di lavoro, che tra l'altro sono tutti interventi che i Cav già provano a svolgere con grande impegno, per migliorare la formazione nelle amministrazioni pubbliche, nelle scuole, nelle imprese". Uno dei risultati che colpisce è la crescente polarizzazione, con i maschi che sembrano avere una crisi di rigetto della parità di genere. "E' un fenomeno molto studiato di recente, ed effettivamente ne abbiamo anche la percezione da cittadini: la parte della nostra analisi che si occupa del calcolo del rischio del femminicidio fa vedere proprio come tale rischio sia più alto nelle zone in cui l'emancipazione femminile è maggiore, quindi in linea con la cosiddetta teoria del 'backlash', la teoria del rigetto, per cui gli uomini reagiscono ad una maggiore emancipazione femminile con episodi di grave violenza". Un'indicazione molto utile anche per le politiche pubbliche: "La nostra ricerca - conclude - muove dalla premessa per cui per parlare di un fenomeno e per concepire le misure pubbliche più efficaci è importante studiarlo, conoscerlo, approcciarlo con dati certi, disaggregati, con ampia copertura temporale per poter immaginare le politiche pubbliche più efficaci". (PO / Roc) ////
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