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RIFORMA GIUSTIZIA: VIA LIBERA DEFINITIVO

RIFORMA GIUSTIZIA: VIA LIBERA DEFINITIVO

Il Senato ha approvato, in ultima lettura, il ddl costituzionale sulla cosiddetta separazione delle carriere. I sì sono stati 112, i no 59, gli astenuti 9. La riforma costituzionale proposta dalla maggioranza nel disegno di legge AC. Il 1917, e approvata in via definitiva dal Senato, salvo passaggio referendale che con ogni probabilità ci sarà nella primavera 2026, segna una svolta significativa nell'ordinamento giudiziario italiano, introducendo cambiamenti strutturali profondi volti a separare le carriere dei magistrati e a ridefinire il ruolo del Consiglio superiore della magistratura (CSM). Il cuore della riforma risiede nella netta distinzione tra magistrati giudicanti e magistrati richiedenti. Tale separazione, che mira a garantire una maggiore autonomia e specializzazione di ciascuna funzione, prevede la creazione di due distinti organi di autogoverno: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente. Ciascuno di questi organismi sarà responsabile per la gestione delle assunzioni, trasferimenti, valutazioni di professionalità e attribuzione delle funzioni per i magistrati di competenza. Dal punto di vista operativo, i due nuovi Csm saranno presieduti dal Presidente della Repubblica, e includeranno membri nominati tramite un meccanismo innovativo: il sorteggio. Per un terzo, i componenti saranno selezionati da un elenco di professori universitari e avvocati con almeno quindici anni di esperienza, stilato dal Parlamento. Gli altri due terzi saranno estratti tra i magistrati giudicanti o richiedenti, a seconda dell'organo di riferimento. Questo sistema, secondo la maggioranza, punta a ridurre il rischio di influenze esterne e promuove una rappresentanza equilibrata. Un'altra novità di rilievo è la creazione dell'Alta Corte disciplinare, organo indipendente con competenza esclusiva sulle questioni disciplinari che riguardano magistrati giudicanti e richiedenti. Attualmente, tali funzioni sono attribuite alla Sezione disciplinare del CSM. La nuova Alta Corte sarà composta da quindici giudici, selezionati attraverso un sistema misto: parte sarà nominata dal Presidente della Repubblica tra esperti in materie giuridiche, parte sorteggiata tra professionisti qualificati e magistrati con esperienza decennale. L'Alta Corte sarà anche dotata di un sistema di doppio grado di giudizio interno, composizioni differenti tra primo e secondo grado, per garantire imparzialità e trasparenza. La riforma interviene sugli articoli 87, 102, 106, 107 e 100 della Costituzione, e sostituisce integralmente gli articoli 104 e 105. Essa riafferma l'autonomia e l'indipendenza dell'ordine giudiziario, configurandolo come composto da due carriere distinte, la cui disciplina dettagliata sarà demandata a successive norme di legge ordinaria. Per l'adeguamento normativo, è previsto un periodo transitorio di un anno.

(red)

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