Lo abbiamo adorato come un idolo di bellezza pura, ma anche svilito fino a trasformarlo in un oggetto qualunque, offerto sul bancone scintillante della vanità collettiva. Il nudo, ecco di cosa parliamo. Una realtà la cui essenza, malgrado gli abusi e le distorsioni di cui è vittima, è e rimane “sacra”. Per questo, nelle pagine di “Nudo. Tra sacro e profano” (Edizioni Cantagalli) Monica Marangoni intende restituirgli quella “veste” che gli appartiene e che ne custodisce la dimensione più profonda: metafisica, spirituale, trascendente. I nostri corpi nudi rivelano, infatti, arcani misteri: il mistero dell’origine e quello dell’Incarnazione, la sublimazione dell’eros che trasposta l’uomo e la donna in una dimensione in cui è possibile percepire la presenza del divino. Nulla a che vedere con la volgarità e la accattivante ed eccitante curiosità suscitata dai nudi “commerciali” e “artificiali” che oggi dilagano nei social, che oscurano la naturale bellezza del corpo che è ancestrale e spirituale. Ecco perché l’autrice con questo libro vuole sottrarre il nudo tanto agli sguardi puritani che lo umiliano, quanto alla morbosità diffusa che lo banalizza. Nel mezzo, tra scettici e scandalizzati, si apre la via di una riflessione: un nudo che, lungi dal ridursi a merce o scandalo, ci ricorda l’affascinante promessa di comunione fra noi e il divino.
L’AUTRICE. Monica Marangoni è una giornalista professionista e conduttrice televisiva. Dopo aver conseguito la laurea in Filosofia con lode presso l'Università Cattolica di Milano, ha iniziato la sua carriera nel settore della moda, per poi approdare, nel 2005, sui canali della Rai, dove ha condotto diversi programmi di costume, attualità e cultura, anche radiofonici. Appassionata di libri, arte e filosofia, è una donna fieramente cattolica, sposata e madre di due figli.
«EUROSUICIDIO» DI GABRIELE GUZZI
“L’Europa non è in crisi: è la crisi”. Così potrebbe riassumersi la tesi di questo libro. “Eurosuicidio” (dal 7 novembre in libreria per Fazi) è una diagnosi lucida e impietosa del fallimento strutturale dell’Unione Europea per come è stata concepita e realizzata. Gabriele Guzzi, economista e filosofo tra i più brillanti della nuova generazione, mostra con chiarezza come l’attuale marginalità economica e geopolitica dell’Italia – e sempre più dell’intero continente – non sia un esito accidentale, ma la conseguenza logica delle scelte fondative di questa integrazione europea. L’Unione Europea non è stata la salvezza promessa: è diventata il principale artefice del nostro declino, privando l’Italia di strumenti indispensabili non solo per sostenere la propria economia, condannandola a decenni di stagnazione, ma anche per assicurare l’efficace funzionamento del proprio sistema democratico. Le idee che guidano l’attuale costruzione europea – a partire proprio dalla moneta unica – rappresentano così le cause più profonde del suicidio che il continente sta oggi mettendo in atto in tutti i principali ambiti politici, industriali e geopolitici, dalla guerra in Ucraina alla guerra commerciale con gli Stati Uniti. Con una scrittura brillante e uno sguardo insieme economico, politico e culturale, il libro affronta senza infingimenti la grande mistificazione del discorso europeista: l’idea che l’UE sia stata un fattore di pace, progresso e modernizzazione. Al contrario, l’autore ne ricostruisce la natura ideologica e dogmatica, fino a proporre una vera e propria teologia politica dell’euro come surrogato spirituale di una classe dirigente priva di visione. Ma Eurosuicidio non si ferma alla diagnosi e lancia una sfida politica e culturale, avanzando una proposta concreta e visionaria su come superare l’attuale costruzione europea. Perché solo se sapremo riconoscere gli errori del passato, disfacendo con coraggio ciò che non funziona, sarà possibile immaginare un domani migliore per l’Italia e una nuova cooperazione tra Stati fondata su giustizia, democrazia e pace.
(© 9Colonne - citare la fonte)



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