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LIBIA ARRESTA ALMASRI
GOVERNO: SAPEVAMO

LIBIA ARRESTA ALMASRI <br> GOVERNO: SAPEVAMO

Ironia della sorte, la notizia si è diffusa proprio mentre la Camera si accingeva ad approvare la ratifica di un accordo tra Italia e Libia per il trasferimento di detenuti. E’ in quei momenti che la Procura generale di Tripoli confermava quanto trapelato in precedenza sui media locali, ovvero di aver ordinato l’arresto del generale Osama Almasri, da mesi al centro del dibattito politico in Italia per il suo arresto, e poi per essere stato rimandato in patria nonostante pendesse su di lui un mandato di cattura della Corte Penale Internazionale. “Nell'ambito della giurisdizione nazionale, la procura ordina la detenzione del responsabile della gestione delle operazioni e della sicurezza giudiziaria”, ruolo che svolge ufficialmente Almasri, si legge nella nota ufficiale della Procura. “A seguito delle indagini sulle accuse rivolte all'agente di polizia Osama al-Masri Anjim, il procuratore generale ha completato l'acquisizione di informazioni relative a violazioni dei diritti dei detenuti presso l'Istituto di Riforma e Riabilitazione di Tripoli, dopo che la procura è stata informata di abusi che includevano torture e trattamenti crudeli e degradanti”. Gli inquirenti “hanno svolto un interrogatorio riguardante le circostanze che hanno portato alla violazione dei diritti di dieci detenuti e alla morte di uno di loro a causa delle torture. Alla luce di prove sufficienti a supporto delle accuse, la procura ha indirizzato l'imputato, attualmente in custodia cautelare, al sistema giudiziario”.

La notizia ovviamente scuote la politica nazionale, in un momento in cui gli strascichi giudiziari della vicenda Almasri non si sono ancora spenti, con una richiesta di conflitto di attribuzione ancora pendente e sulla quale solo ieri si è espressa la Giunta per le autorizzazioni della Camera. Intercettato dai cronisti proprio a Montecitorio, il ministro degli Esteri Antonio Tajani risponde laconico: “Non me ne sto occupando”. In aula però tutte le opposizioni, a partire da Marco Grimaldi di Avs, chiedono al governo di riferire con urgenza, e soprattutto “di fermarsi”. Ed Elly Schlein tuona: “Le autorità libiche hanno ordinato l’arresto di Almasri, per tortura e omicidio. Lo stesso criminale che Meloni, Nordio e Piantedosi hanno liberato e riaccompagnato a casa con un volo di Stato, dopo che la magistratura e le forze dell’ordine italiane lo avevano fermato nel nostro Paese per il mandato d’arresto della Corte Penale internazionale. Evidentemente per la procura in Libia il diritto internazionale non vale “solo fino a un certo punto”, come per il governo italiano. Questa è una figura vergognosa a livello internazionale per cui il governo deve chiedere scusa agli italiani”.

L’esecutivo italiano però fa trapelare che fosse già bene a conoscenza dell’esistenza di un mandato di cattura emesso dalla Procura Generale di Tripoli a carico di Almasri, già dal 20 gennaio scorso. Fonti di governo spiegano in serata come in quella data il ministero degli Esteri italiano avesse ricevuto, pressoché contestualmente con l’emissione del mandato di cattura internazionale della Procura presso la Corte Penale Internazionale de L’Aja, una richiesta di estradizione da parte dell’Autorità giudiziaria libica. Questo dato - proseguono le stesse fonti - avrebbe costituito una delle fondamentali ragioni per le quali il Governo italiano ha giustificato alla CPI la mancata consegna di Almasri e la sua immediata espulsione proprio verso la Libia. Secondo le stesse fonti, “la novità reale rispetto al 20 gennaio è invece quanto avvenuto a Tripoli con gli scontri armati scoppiati nel maggio 2025, innescati dall'uccisione di Abdelghani Gnewa Al Kikli. A seguito di ciò, la Forza Rada, di cui Almasri è esponente di spicco, è stata indebolita militarmente e politicamente, e ha subito un ridimensionamento, con una importante cessione di fatto del monopolio delle funzioni di sicurezza delegate e della capacità di controllo del territorio. Proprio questo contesto di ridotta autonomia della Forza Rada – concludono – ha reso oggi il fermo di Almasri non solo materialmente possibile, ma anche funzionale a obiettivi interni del Governo di Unità Nazionale libico”.

(Sis)

 

 

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