di Paolo Pagliaro
Dal 12 novembre anche in Italia si dovrà dimostrare di essere maggiorenni per poter accedere a piattaforme di contenuti porno. Il 70% degli italiani ritiene che si tratti di una scelta giusta; per poco meno di un quinto invece è sbagliata perché vìola la privacy anche dei maggiorenni. Il dato emerge dal sondaggio condotto per 8 e ½ dall’Istituto Demopolis. Le nuove regole, volute dalla Commissione Europea, sono condivise da oltre l’80% delle donne, percentuale che cala al 58 tra gli uomini e che diventa minoritaria tra quelli che hanno meno di 35 anni. Il 51% è fra l’altro convinto che il porno sia ormai la principale forma di “educazione sessuale” dei ragazzi e questo nonostante la pornografia online sia considerata dal 63% come un pericolo per i minorenni. L’Istituto diretto da Pietro Vento ha analizzato anche la percezione degli italiani sull’importanza dell’educazione sessuale ed affettiva. Per l’86% dovrebbe essere demandata alla famiglia. Ma per il 72% è un compito che spetta anche alla scuola. L’educazione sessuale a scuola servirebbe sì a informare i ragazzi ma avrebbe anche secondo il 67%, l’effetto di creare maggiore consapevolezza sul problema della violenza di genere. Meno di due su dieci pensano che l’educazione sessuale possa disorientare i ragazzi sulle peculiarità di genere nella fase di sviluppo. Dal 1975, quando il comunista Giorgio Bini presentò la prima proposta, sono stati depositati sedici disegni di legge per introdurre l'educazione sessuale nelle scuole. Nessuno è mai stato approvato, e anche adesso non è aria.
(© 9Colonne - citare la fonte)



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