Bruxelles - L’Università di Bologna è l’ateneo italiano più premiato dall’ultimo bando ERC Synergy: ci sono infatti ben quattro progetti che vedono un ruolo di primo piano dell’Alma Mater, con tre professori come Principal Investigator, un incarico da coordinatore e un ulteriore docente coinvolto come partner scientifico. A livello nazionale, ci sono altre undici istituzioni coinvolte tra atenei e enti di ricerca, una con due progetti e le altre con un progetto a testa. Gli studiosi dell’Alma Mater che partecipano ai quattro progetti sono: Marc Brightman e Vanessa Grotti del dipartimento di Beni culturali, per il progetto Planetary Eel, Franco Vazza del dipartimento di Fisica e astronomia “Augusto Righi”, per il progetto Cosmomag, Marco Garavelli del dipartimento di Chimica industriale "Toso Montanari", per il progetto Concert, e Michele Ennio Maria Moresco del dipartimento di Fisica e astronomia “Augusto Righi”, per il progetto RedH0T. I quattro progetti valgono in tutto circa 43 milioni di euro, di cui poco meno di 11 milioni sono destinati agli studiosi dell’Università di Bologna coinvolti: un successo che conferma il ruolo dell’Alma Mater tra i protagonisti della ricerca europea d’avanguardia. Gli ERC Synergy Grants sono infatti finanziamenti del Consiglio Europeo della Ricerca (ERC) pensati per progetti di gruppo: da due a quattro scienziati di alto livello, provenienti da tutto il mondo, che uniscono le forze per affrontare insieme alcune tra le sfide più complesse della scienza contemporanea. I quattro progetti vinti coniugano scienze umane, fisiche, chimiche e naturali con l’obiettivo di affrontare sfide globali: dalla convivenza tra gli esseri umani e altre specie animali in un pianeta sempre più fragile (PLANETARY EEL) alla ricostruzione dei primissimi microsecondi dopo il Big Bang (COSMOMAG), dai processi ultraveloci che avvengono durante le reazioni fotochimiche fondamentali per la fotosintesi (CONCERT) agli interrogativi irrisolti attorno alla velocità di espansione dell'Universo (RedH0T). Con quattro progetti vinti, l’Università di Bologna si posiziona così tra i principali attori europei della ricerca di frontiera. (9colonne)
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