Introduzione di un salario minimo regionale, annullamento del blocco del turn over nella sanità, gestione dell'acqua pubblica e diminuzione degli sprechi, istituzione di un reddito di formazione, investimenti su trasporti e ferrovie, bloccando la "follia" del Ponte sullo Stretto. Sono le proposte di Alleanza Verdi e Sinistra per il Mezzogiorno, in vista del voto in Campania e in Puglia, illustrate in una conferenza stampa alla Camera. "Proposte in grado di invertire una tendenza - spiega il leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni - quella che vede il Mezzogiorno di questo Paese depredato da anni delle sue risorse, delle sue energie, che lo vede vittima di un ‘dissanguamento’ continuo, fatto di persone, in particolare dei più giovani. Alcune di queste proposte sono in grado non solo di bloccare questa emorragia, ma di invertire la tendenza. Vale sul terreno del lavoro, della sanità, vale sul terreno dell'istruzione, della scuola: serve un reddito di formazione, serve un investimento in ricerca pubblica. Sono tutte cose che si possono fare a partire dai fondi delle Regioni, e poi naturalmente cambiando le politiche economiche in questo Paese. C'è una legge di bilancio - sottolinea Fratoianni - che ancora una volta, invece, è contro il Mezzogiorno. Fanno sparire 2 miliardi e 300 milioni di fondi di coesione per i saldi di bilancio, cioè per le politiche di austerità e continuano, in questo modo, ad aumentare le diseguaglianze. Ma, del resto, sono la maggioranza dello 'Spacca Italia' e della cosiddetta 'autonomia differenziata'. Vogliono che vengano aumentate le diseguaglianze". "Noi proponiamo che i 13,5 miliardi necessari per il Ponte sullo Stretto di Messina siano destinati a realizzare nuove case e nuovo trasporto pubblico" afferma invece il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, ribadendo come i 3,8 miliardi stanziati nella scorsa finanziaria siano decaduti per la mancata approvazione della delibera Cipess: "Quel pasticcione di Salvini non sa scrivere le norme e fa sciocchezze". "Diciamo -aggiunge - che il governo Meloni continua a non voler abbassare il prezzo dell'energia: il Sud oggi produce una quantità enorme di energia rinnovabile, questo significa che se fosse approvato il prezzo zonale, ovvero il prezzo sulla base delle aree geografiche, avremmo una riduzione del costo d'energia del Sud del 35-40%. La domanda è: perché Meloni non lo fa? Noi vogliamo che si faccia subito, questo sarebbe un vantaggio per le famiglie, ma anche per le imprese, anche per i processi di industrializzazione e quindi creerebbe lavoro perché il Sud diventerebbe attrattivo". Sull'emergenza idrica, sottolinea invece Bonelli, "penso che c'è un grande bisogno di rinfrastrutturare il sistema idrico del nostro Paese, e il Sud da questo punto di vista ha un problema serio. La Puglia, che tra l'altro è sottoposta a un processo di desertificazione pari al 57%, ha un problema che poi conseguentemente influisce sull'agricoltura. Il Pnrr non ha risorse importanti e significative da questo punto di vista, bisogna cambiare il modello e quindi queste iniziative sono certamente importanti, ma quello che manca è una politica sul clima, quelle politiche sul clima che questo governo di destra sta fermando". (Roc)
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