Uno dei tesori più preziosi del Rinascimento italiano torna a mostrarsi al pubblico: la Bibbia di Borso d’Este, capolavoro assoluto della miniatura quattrocentesca, sarà esposta fino al 16 gennaio 2026 nella Sala Capitolare del Senato, in Piazza della Minerva a Roma. Un evento raro, che unisce arte, fede e storia in occasione del Giubileo, e che permetterà di ammirare da vicino un’opera che di solito riposa blindata nella Biblioteca Estense di Modena. Il manoscritto, realizzato tra il 1455 e il 1461 dal calligrafo Pietro Paolo Marone e dai miniatori Taddeo Crivelli e Franco dei Russi, è considerato una delle vette dell’arte rinascimentale: due volumi di pergamena minuziosamente decorati in oro e colori vivissimi, un trionfo di bellezza e spiritualità che ancora oggi lascia senza fiato. La mostra, promossa dal Senato della Repubblica insieme alla Presidenza del Consiglio, al Ministero della Cultura, alle Gallerie Estensi, al Commissario per il Giubileo e all’Istituto Treccani, offrirà anche un’esperienza digitale, con schermi interattivi che permetteranno di sfogliare virtualmente ogni pagina della Bibbia in altissima risoluzione. Nel corso della cerimonia di inaugurazione di questa mattina, monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, ha ricordato come la Bibbia sia “il libro più venduto del mondo, presente in tutte le case, purtroppo a volte con tanta polvere sopra”.
E allora “quella di oggi è anche una provocazione: è stata tolta da una cassaforte e messa a disposizione di tutti. L’oro, i disegni, le miniature” di cui è composta la Bibbia di Borso d’Este “non fanno che far riscoprire la bellezza della parola di Dio che contiene, e che è sempre viva. L’augurio è che quanti avranno la gioia di visitare questa mostra abbiano la possibilità di essere colpiti da questa duplice dimensione: dalla bellezza che emana, e dalla parola che colpisce”. Per il sindaco di Roma commissario straordinario per il Giubileo, Roberto Gualtieri, “l’arrivo a Roma di quest’opera di incommensurabile bellezza e valore storico rappresenta una grande emozione e arricchisce l’anno giubilare”. Il sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi ha definito la Bibbia “un’autentica autobiografia dell’Italia, dove si riflettono la fede che si fa arte, il prestigio della cultura e dell’artigianato italiano”. Infine, Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha parlato di “un segno di contraddizione”: “Borso d’Este investì larga parte del prestigio del suo casato per un’unica copia di un unico libro, ma che libro. Ne valeva la pena, se a distanza di secoli possiamo ancora ammirarlo. È un insegnamento anche per noi: tra ambiti distinti può esistere un collegamento, come dimostra il fatto che un’autorità civile abbia reso possibile un’opera che unisce arte e spiritualità in un’istituzione civile come il Senato”.
(BIG ITALY / Sis)
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