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PONTE STRETTO, ALTRO
STOP DA CORTE CONTI

PONTE STRETTO, ALTRO <br> STOP DA CORTE CONTI

Dalla Corte dei Conti un altro stop al Ponte sullo Stretto, dopo quello arrivato alla fine di ottobre, quando la magistratura contabile non aveva concesso il visto di legittimità alla delibera del Cipess sul piano economico-finanziario dell’opera. Ora, invece, il diniego è legato al visto di legittimità per il terzo atto aggiuntivo della Convenzione tra ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti  e Stretto di Messina spa. La Sezione centrale di controllo di legittimità della Corte “non ha ammesso al visto e alla conseguente registrazione – si legge in una nota della Corte - il decreto del 1° agosto 2025, n. 190, del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di concerto con il ministero dell’Economia e delle Finanze”, adottato ai sensi della legge 26 maggio 2023, n. 58, recante “Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria”, in merito all’approvazione del III Atto aggiuntivo alla convenzione del 30 dicembre 2003, n. 3077, fra il Mit e la società Stretto di Messina spa. Le motivazioni, in corso di stesura, saranno rese note entro trenta giorni, con apposita Deliberazione.  Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, non fa drammi: “Nessuna sorpresa: è l’inevitabile conseguenza del primo stop della Corte dei Conti. I nostri esperti sono già al lavoro per chiarire tutti i punti. Resto assolutamente determinato e fiducioso”. Le opposizioni, però vanno all’attacco:  “La decisione della Corte dei conti di non ammettere al visto di legittimità il decreto Mit-Mef sul terzo atto aggiuntivo della convenzione del Ponte sullo Stretto è di una gravità assoluta - dichiara in una nota Angelo Bonelli, parlamentare Avs e co-portavoce di Europa Verde - Significa che il governo Meloni stava impegnando fondi pubblici dentro un quadro ritenuto non legittimo, per un’opera da 14 miliardi di euro senza alcuna certezza tecnica, ambientale o giuridica: risorse sottratte a ferrovie, scuole, sanità e sicurezza del territorio. Sono pronto a denunciare il governo anche alla Procura europea se dovesse insistere. Ignorare il pronunciamento della Corte significherebbe assumersi responsabilità pesantissime, anche sul piano giuridico. La Corte renderà note le motivazioni entro trenta giorni, ma il messaggio è già inequivocabile: il Ponte sullo Stretto è un progetto portato avanti forzando procedure, fuori da un quadro di legalità e dentro una spirale propagandistica che sta già dissanguando le casse pubbliche”. “E la bocciatura odierna – continua il leader dei Verdi - preclude di fatto la possibilità di sottoscrivere l’accordo di programma tra Mit, Mef e la società Stretto di Messina per definire gli impegni amministrativi e finanziari necessari alla progettazione e alla realizzazione del Ponte. Viene meno, dunque, l’intero impianto giuridico-amministrativo che regola il rapporto tra lo Stato e la concessionaria. Meloni e Salvini non possono far finta di nulla: se rispettano legalità e cittadini, fermino subito questa operazione opaca, costosissima e inutile”. (Roc)

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