I pensionati residenti all’estero possono trasferire la residenza fiscale in un comune dell’Appennino centrale e beneficiare dell’imposta sostitutiva al 7% (Flat Tax) per 10 anni su tutti i redditi prodotti, di qualunque categoria. Una norma – pensata per dare nuova linfa all’economia locale e contrastare lo spopolamento dei piccoli borghi – ancora poco nota e perlopiù inutilizzata (670 trasferimenti in tutta Italia). Ecco perché è necessario “far conoscere questa possibilità” per “rendere capillare una strategia più ampia”, afferma Guido Castelli, Commissario straordinario per la ricostruzione del sisma del 2016, intervenendo alla conferenza stampa in Senato "Tornare in Italia conviene, dalla Flat Tax a una politica nazionale per il rientro. Borghi e nuove economie". “La scelta del governo è di valorizzare il grande patrimonio dei cittadini nel mondo di origini italiane”, sottolinea Castelli spiegando che la misura della Flat Tax al 7% fa da sponda a questa visione. Nel dettaglio, la norma riguarda i pensionati residenti all’estero che vengono a vivere nel Centro Italia. Questa misura è rivolta a chi risiede all’estero da almeno cinque anni e percepisce un reddito da pensione da un soggetto estero. Le persone che ricevono una pensione dall'estero e si trasferiscono in Italia, in un comune con meno di 20.000 abitanti e situato nelle zone colpite dai terremoti del 2009/2016, possono optare per l'assoggettamento di tutti i redditi con la formula della Flat Tax. Questa imposta è calcolata in modo forfettario, con un'aliquota del 7% sui redditi esteri per nove anni, a partire dal primo anno in cui fanno questa scelta.
“Esiste una politica fiscale del governo che favorisce il rientro e la possibilità di trasferirsi in Italia sulla base di premialità fiscali - aggiunge Castelli - L’Italia è impreziosita dall’Appennino, una dorsale che attraversa e caratterizza la nostra Italia, ma che ha un problema severo comune a tutto il Paese: la crisi demografica. E mentre si ricostruiscono le case, stiamo mettendo in campo una strategia per allontanare il rischio che non rimangano vuote. Vogliamo disegnare un Appennino contemporaneo in cui i flussi possano essere ricollegati ai flussi della intera nazione”. La misura “Flat Tax al 7%” è quindi la “tessera di un mosaico che conferma una strategia generale”, afferma ancora Castelli ricordando il coinvolgimento del Consiglio generale degli Italiani all’estero proprio per far conoscere la norma fuori dai confini nazionali. “La parola chiave è capillarità – sottolinea Giuseppe Stabile, vicesegretario generale del Cgie per l’Europa e l’Africa del Nord -. Ogni persona che lascia l’Italia porta con sé parte del suo Paese e ogni ritorno possibile è una ricchezza per la nazione”. Secondo Stabile “la rinascita locale è l'infrastruttura della rinascita nazionale. È necessario coinvolgere ministeri, regioni e comuni per costruire un percorso condiviso”.
E se “per anni la narrativa imperante ha analizzato con rassegnazione solo le cause della partenza”, è arrivato il momento oggi di “costruire le ragioni per cui vale la pena di tornare” prosegue Stabile sottolineando la necessità di “progettare un repertorio condiviso che renda accessibile tutte le misure dedicate all'attrazione dei connazionali che vogliono tornare in Italia, un repertorio che parli un linguaggio semplice, che permetta a chi vive all'estero di conoscere gli strumenti per tornare”. "Gli italiani all'estero vengono definiti risorsa o ambasciatori, ma c'è chi non percepisce davvero il loro valore", chiosa il senatore Roberto Menia, responsabile del dipartimento Italiani nel mondo di Fratelli d'Italia. Soffermandosi sulle modifiche alla normativa che regola l’acquisizione della cittadinanza, Menia sottolinea che la questione "è stata affrontata con coraggio da questo governo" con l’obiettivo di "rafforzare il valore della cittadinanza, collegata a un legame oggettivo e riconoscibile" e non "al solo possesso di un passaporto". (sip – 19 nov)




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