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Il delitto Mattarella
45 anni dopo

Il delitto Mattarella <BR> 45 anni dopo

Vittorino Beifiori

La realtà italiana sarebbe ben raffigurata da una medaglia, le cui facce però è difficile capire come possano stare insieme: il diritto rappresenta la continua ricerca di "verità" tragiche, il verso invece il riapparire, sarebbe forse più appropriato dire rigurgitare, di verità nascoste ad arte. Paradigmatico è il caso dell'assassinio di Piersanti Mattarella. Ma anche il più recente caso Almasri.

Gli organi di informazione hanno riferito recentemente dell'arresto di un Prefetto, figura eminente di rappresentante dello Stato nell'ordinamento italiano, sospettato di aver nascosto l'unica traccia disponibile, il guanto di un assassino, per avviare un'indagine con possibilità di successo sul delitto di Palermo. Sempre gli organi di informazione rendono edotti che l'arrestato avrebbe dichiarato di aver consegnato il guanto ad un magistrato, ex capo dell'Antimafia, poi divenuto seconda carica dello Stato, che a sua volta nega di averlo mai ricevuto. I giornali rendono il mistero ancor più inestricabile, riportando dialoghi dell'ex Prefetto con la moglie, nei quali lamenta le difficoltà di ricordare fatti di 45 anni prima. L'affermazione fra tutte più accettabile.

La lotta politica in Italia è fatta spesso con metodi non trasparenti, utilizzando, sembra, anche organi di Stato che avrebbero funzioni più nobili, come la salvaguardia della sicurezza dei cittadini e della credibilità delle Istituzioni. Gli attori politici, anche mossi apparentemente da buone intenzioni, manifestano il loro vero scopo: mettere le mani sui vari poteri e assoggettarli alle proprie visioni o ideologie. L'esempio più eclatante è quello dei partiti, trasformatisi da intermediari fra la popolazione e le Istituzioni in organizzazioni elettorali, che non permettono agli elettori di fare alcuna scelta, se non quella di accettare pacchetti confezionati, ispezionabili solo ad elezioni avvenute. Talvolta, come è il caso dell'attuale governo, dopo qualche anno. É noto a tutti, infatti, che lo stesso ha cambiato radicalmente le proposte politiche con le quali aveva vinto le elezioni rispetto a Unione Europea, euro, politica previdenziale, tasse e pensioni, per citarne alcune.

Alcide De Gasperi, il più grande fra i pochi statisti che ha avuto il nostro Paese, aveva una stella polare che orientava il suo operato: il Bene comune. Un metodo chiaro e trasparente: mettere le proprie idee al servizio dello Stato e non viceversa, come sta avvenendo ora. Una strategia operativa lungimirante: avviare processi non dipendenti da scadenze elettorali o da interessi di partito. Difesa della dignità nazionale e non gregarietà nei confronti dei più forti, men che meno nel caso fossero anche dei cialtroni opportunisti. Promuoveva l'unità e la pacificazione del Paese, diversamente da quanto avviene attualmente, dove si fomenta l'odio, la divisione, la caccia all'avversario, la prevaricazione rispetto a poteri che garantiscono contrappesi per un ordinato funzionamento dello Stato. Famosi e clamorosi due esempi del suo comportamento: l'amnistia dopo la guerra (22 giugno 1946 con ministro di grazia e giustizia Palmiro Togliatti) e la scelta di un governo di coalizione quando il suo partito ottenne la maggioranza assoluta dei consensi elettorali.

Così si è potuta esercitare in Italia la democrazia che, per diversi motivi non é mai divenuta "perfetta". In un primo momento l'alternanza di governo era impedita da situazioni ideologiche e internazionali, oggi dalla mancanza di progetti politici realmente diversi. La gestione del potere nelle sue espressioni più crude inoltre non si diversifica sostanzialmente: vittoria alle elezioni coniugata da tutti con il verbo comandare e non governare.

Il delitto di Piersanti Mattarella si inserisce in un filone ben chiaro: impedire un vero e completo esercizio della democrazia, il cui fulcro è l'alternanza di governo fra forze totalmente e reciprocamente legittimate. Aldo Moro, il vero erede politico di Alcide De Gasperi, fu assassinato per impedire la legittimazione del partito comunista a livello internazionale, Piersanti Mattarella perché sarebbe stato il vero erede politico di Aldo Moro. Così la politica si è andata sempre piú degradando anche nelle sue espressioni più quotidiane e comuni, come l'illustrazione dei "prodotti" governativi, fatta in TV da persone condannate in via definitiva, la permanenza nel governo di ministri e sottosegretari sotto inchieste gravi, come l'evasione di contributi dovuti allo Stato, ministri e cariche importanti dello Stato che si comportano come capi di tifoserie sportive, capi di governo che alzano scompostamente la voce e offendono le opposizioni paragonandole a organizzazioni terroristiche. La popolazione va a votare sempre meno, perché il clima civico é deteriorato: nemmeno le tifoserie sportive sono più così irragionevoli, perché qualche volta cercano reciprocamente vie di collaborazione.

(© 9Colonne - citare la fonte)
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