di Paolo Pagliaro
Promossa dall’Oms è in corso la settimana mondiale per l’uso consapevole degli antibiotici. Si tratta di porre un freno all’abuso e all’uso improprio di questi farmaci, e dunque alla diffusione di batteri resistenti alle terapie che invece dovrebbero contrastarli. Sostiene l’Aifa che nel 2050 l’antibiotico-resistenza diventerà in Italia la prima causa di morte.
Il problema è anche culturale. Ne parla Roberta Villa nel suo libro “Cattiva prevenzione” pubblicato da Chiarelettere con prefazione di Silvio Garattini e dedicato ai rischi del “consumismo sanitario”, cioè quella tendenza a chiedere cure e farmaci anche quando non servono. In Italia - scrive Villa - le infezioni ospedaliere resistenti agli antibiotici uccidono 10.000 persone l’anno. Ogni nuovo antibiotico ora esce con la raccomandazione di essere usato il meno possibile per non creare resistenze, il che non è proprio il massimo dal punto di vista delle case farmaceutiche. Anche per questo la ricerca è da tempo in fase di stallo e non ci aiuta a superare la crisi dei superbatteri resistenti a tutti i vecchi prodotti già sul mercato.
In questi giorni governi, ospedali, scuole e associazioni promuovono campagne informative sull’uso corretto degli antibiotici e sull’importanza di prevenirne l’abuso. È un tema particolarmente sentito nelle zone di crisi dove anche Medici Senza Frontiere è in prima linea: nei Paesi più fragili - Mali, Repubblica Centrafricana, Giordania, Yemen – l’organizzazione investe in laboratori diagnostici, formazione del personale e protocolli appropriati. L’obiettivo è ridurre gli sprechi, evitare cure inutili e usare i farmaci salvavita con responsabilità per preservarne l'efficacia.




amministrazione