Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

La Palestina
di Suad Amiry

La Palestina <br> di Suad Amiry

di Paolo Pagliaro

La palestinese Suad Amiry, scrittrice di successo, una delle voci più amate e più tradotte della letteratura in lingua araba, è anche architetta. Si devono a lei studi e progetti che immaginano  per la striscia di Gaza un futuro molto diverso da quella riviera per ricchi stile Atlantic City  a cui pensa Trump.

Amiry, che per vivere ha preferito Ramallah a New York, venerdì sarà a Roma, all’Istituto Centrale per il restauro, per ricevere il premio Argan, che ogni anno viene attribuito a progettisti e ricercatori che nel mondo  hanno  contribuito a diffondere la cultura legata alla salvaguardia dei centri storici.

Si deve infatti a lei e al suo gruppo di lavoro  la pubblicazione del primo Registro degli edifici storici palestinesi, che ha colmato un grande vuoto: ne  sono stati censiti  oltre 50 mila, metà dei quali abbandonati, distribuiti in 16 città e 406 villaggi. C’è lei dietro il progetto per la riqualificazione di 50 villaggi e del centro di Bir Zeit: in 5 anni la città si è trasformata da paesaggio di rovine in un centro culturale vivace e di nuovo abitato. E c’è ancora il gruppo di lavoro di Suad Amiry all’origine delle iniziative per ritessere le relazioni interrotte in seguito alla costruzione del muro con cui Israele ha voluto separare Gerusalemme dall’insieme dei villaggi rurali nella corona circostante, un muro che ha annientato interi settori produttivi. Suad Amiry verrà premiata per la sua capacità di vedere l’architettura come “sostanza di cose sperate”.

(© 9Colonne - citare la fonte)