di Paolo Pagliaro
Incrociando diversi indicatori tra cui il costo della vita, il tasso di occupazione, l’inquinamento , la sicurezza, il reddito medio e gli incidenti stradali , il Sole 24 Ore è giunto alla conclusione che la provincia di Trento è prima in Italia per qualità della vita. A Trento, per dire, 7 persone su 10 camminerebbero da sole al buio.
Ma forse non bastano questi primati a spiegare l’esito del tutto inatteso del bando lanciato un mese fa dall’università trentina per 10 posti riservati a studenti provenienti da zone di guerra. Ci aspettava qualche centinaia di domande, in tre settimane ne sono arrivate 16 mila. La metà da Gaza e Cisgiordania, le altre da Paesi come Congo, Yemen o Sudan.
Ora si tratta di selezionare rapidamente i dieci ragazzi a cui garantire la borsa di studio, l’ alloggio, un corso di italiano, l’iscrizione al servizio sanitario. Un compito ingrato. Si faranno dei colloqui online, ben sapendo però che per molti è difficile connettersi ed è rischioso restare connessi a lungo.
Attraverso il ministero e la conferenza dei rettori, Trento sta cercando di coonvolgere altri atenei. A Bologna, Bari, Firenze, Padova, Roma e altrove sono peraltro già in funzione programmi per l’accoglienza dei rifugiati. Ma i numeri dei posti disponibili sono modesti. Servirebbe invece un grande impegno straordinario e collettivo per fare dell’Italia un polo di formazione per le future élite dei Paesi oggi in difficoltà. 16 mila candidature per 10 posti sono un messaggio politico e l’onere di una risposta non può essere lasciato a Trento.
(© 9Colonne - citare la fonte)
Ora si tratta di selezionare rapidamente i dieci ragazzi a cui garantire la borsa di studio, l’ alloggio, un corso di italiano, l’iscrizione al servizio sanitario. Un compito ingrato. Si faranno dei colloqui online, ben sapendo però che per molti è difficile connettersi ed è rischioso restare connessi a lungo.
Attraverso il ministero e la conferenza dei rettori, Trento sta cercando di coonvolgere altri atenei. A Bologna, Bari, Firenze, Padova, Roma e altrove sono peraltro già in funzione programmi per l’accoglienza dei rifugiati. Ma i numeri dei posti disponibili sono modesti. Servirebbe invece un grande impegno straordinario e collettivo per fare dell’Italia un polo di formazione per le future élite dei Paesi oggi in difficoltà. 16 mila candidature per 10 posti sono un messaggio politico e l’onere di una risposta non può essere lasciato a Trento.




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