di Paolo Pagliaro
L’ufficio studi dell’Unione Banche Svizzere fa sapere che quest’anno la ricchezza dei miliardari ha raggiunto nel mondo i 15.800 miliardi di dollari, nuovo massimo storico. Il numero di miliardari è aumentato del 9%, ma la ricchezza resta concentrata in poche mani: nel corso dell’anno 91 persone - 64 uomini e 27 donne - hanno ricevuto in eredità 300 miliardi di dollari.
L’eredità è stata per secoli uno dei principali meccanismi di trasmissione della ricchezza, soprattutto in società agricole o aristocratiche, dove la terra era il bene principale. In Europa l’80–90% della ricchezza privata proveniva da patrimoni familiari preesistenti. La mobilità sociale era molto bassa: chi nasceva ricco tendeva a restare ricco.
Poi due guerre mondiali, l’inflazione e l’alto livello della tassazione progressiva fecero sì che durante la prima metà del Novecento il peso dell’eredità sulla ricchezza si riducesse fortemente.
Da qualche decennio la situazione si è di nuovo ribaltata. La quota di ricchezza privata sul reddito nazionale è tornata a livelli simili a quelli dell’Ottocento mentre i patrimoni immobiliari e finanziari sono cresciuti più dei salari. UBS stima che tra i 6 mila e i 7 mila miliardi di dollari verranno prossimamente ereditati, mantenendo e probabilmente ampliando il potere delle élite economiche.
Questi dati andrebbero letti insieme a quelli rilasciati dalla Banca Mondiale secondo cui oggi 831 milioni di persone – dunque una su 10 - vivono in condizione di “povertà estrema”, cioè sotto la soglia di 3 dollari al giorno.




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