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Volontariato, Silvia Costa: Rischio burocrazia per i piccoli, rilanciamo identità Odv

Roma, 9 dic – Il volontariato italiano “gode complessivamente di buona salute”, ma è attraversato da criticità profonde che rischiano di snaturarne la funzione, soprattutto nelle realtà più piccole e territoriali. A lanciare l’allarme è Silvia Costa, già parlamentare europea e presidente del Comitato per il Centenario di Luciano Tavazza, intervistata da 9colonne a margine della conferenza stampa alla Camera dedicata alle iniziative per i cento anni dalla nascita di uno dei precursori del volontariato organizzato in Italia. “Il rischio oggi è quello che chiamiamo la trappola della gestione – ha spiegato Costa – cioè ridurre il volontariato a una funzione puramente esecutiva, magari in convenzione con le istituzioni, perdendo la sua autonomia, la capacità di innovazione e il ruolo critico che gli è proprio”. Un rischio che si accentua in una fase storica segnata dalla compressione del welfare pubblico e dalla tendenza a far ricadere sul Terzo settore funzioni che dovrebbero restare in capo allo Stato. A questo si aggiungono, secondo Costa, le difficoltà strutturali delle associazioni di base. “Esistono circa 5 milioni di volontari e oltre 140mila enti iscritti al Registro unico nazionale del Terzo settore, ma dietro questi numeri si nascondono realtà molto diverse. Le piccole organizzazioni di volontariato, spesso le più innovative e radicate nei territori, fanno fatica a reggere adempimenti burocratici e rigidità organizzative e rischiano di sparire dal radar”.
Da qui la necessità di una riflessione politica e culturale anche sulla normativa. “Nel corso dell’anno del centenario vogliamo confrontarci apertamente con il mondo del Terzo settore – ha annunciato – per valutare se alcuni aspetti della legge non finiscano per penalizzare proprio quel volontariato gratuito e solidale che opera verso l’esterno, distinto dalle cooperative sociali e dalle associazioni di promozione sociale orientate prevalentemente ai propri soci”.È in questo quadro che si inserisce il Centenario di Luciano Tavazza, promosso da un Comitato che riunisce tra gli altri Caritas italiana, Cismai, Anpas, Cnca odv, la Comunità di Capodarco dell’Umbria e la Presidenza del Consiglio. “Richiamare la figura di Tavazza significa riportare al centro l’identità del volontariato come cittadinanza attiva – ha sottolineato Costa – capace di dialogare con le istituzioni ma in piena autonomia”. Tavazza, partigiano cristiano e dirigente pubblico, fu tra i protagonisti del convegno sui “Mali di Roma” del 1974 e fondò il Mo.V.I., prima grande rete del volontariato di base. Fu inoltre tra gli ispiratori della legge quadro sul volontariato del 1991 e consigliere di diversi ministri degli Affari sociali. “La sua idea – ha ricordato Costa – era il passaggio dal welfare state al welfare di comunità, in cui il volontariato non sostituisce lo Stato ma contribuisce a trasformarlo”. Tra le iniziative del Centenario c’è il progetto “100 anni, 100 oasi della solidarietà”. “Vogliamo dare visibilità a quelle esperienze meno note ma decisive nei territori – ha concluso – e arrivare a un Atlante del volontariato che oggi non fa notizia, ma continua a fare la differenza”.
(PO / Sis)

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